Roma, 24 feb. (askanews) – Dopo un importante lavoro di restauro, a Pompei torna al suo splendore il grande affresco del giardino della Casa dei Ceii. Si possono di nuovo ammirare i colori intensi della pittura che orna la parete di fondo, con la scena di caccia con animali selvatici, insieme alle scene di paesaggi egittizzanti popolati di Pigmei e animali del Delta del Nilo raffigurati sulle pareti laterali. Soggetti spesso ricorrenti nella decorazione dei muri perimetrali dei giardini pompeiani, per ampliare illusionisticamente le dimensioni degli spazi ed evocare all’interno un’atmosfera idilliaca e suggestiva.
In questo caso, con ogni probabilità, il tema delle pitture testimoniava anche un legame e un interesse specifico che il proprietario della domus aveva per il mondo egizio e per il culto di Iside.
Stefania Giudice, funzionario restauratore e responsabile dell’intervento. "La mancanza di un’adeguata manutenzione in tutto il secolo scorso e pratiche di restauro a volte non idonee hanno fatto sì che si producesse un progressivo degrado che si è andato estendendo sulla superficie, quando abbiamo iniziato questo intervento c’era una situazione grave da affrontare soprattutto nelle parti basse dell affresco, quelle più soggette a fenomeni di degrado come la risalita dell’acqua che, trascinando con sé sali solubili, produce danni gravi e definitivi".
Gli interventi più difficili – ha spiegato – sono stati poi quelli di consolidamento per i distacchi della stratificazione dell’intonaco e della pellicola pittorica, e quelli di pulitura per i depositi, in particolare sempre nella parte bassa, la decorazione botanica. "Pulitura chimica, meccanica e alla fine siamo dovuti ricorrere anche al laser perché solo così siamo riusciti a recuperare delle porzioni in cui c’erano sostanze che resistevano a ogni tipo di intervento".
Tutto l’ambiente è stato poi chiuso per evitare, in futuro, infiltrazioni di acqua piovana. Un lavoro minuzioso. La Casa dei Ceii, scavata tra il 1913 e il 1914, rappresenta uno dei rari esempi di dimora antica di età tardo-sannitica (II sec. a.C.). Sulla base di una iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa, si pensa sia appartenuta al magistrato Lucius Ceius Secundus.