Roma, 3 mar. (askanews) – Gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico e di sviluppo delle rinnovabili stabiliscono che il 33% dell energia prodotta in Italia entro il 2030 sia da fonti pulite e sostenibili, ma attualmente il Paese è fermo al 18%, con aumenti infinitesimali negli ultimi cinque anni. Per Andrea Tozzi, amministratore delegato di Tozzi Green, uno dei principali gruppi italiani nel settore delle energie rinnovabili e fra i principali player mondiali nell’elettrificazione rurale, il traguardo è difficilissimo da raggiungere.
"Di proclami ce ne sono tantissimi, siamo bravissimi a parlare di green ma i fatti vanno per un’altra strada. Non stiamo raggiungendo grossi risultati. Negli ultimi 5 anni siamo fermi, la potenza installata non è cresciuta di niente, il parco macchine eoliche continua a invecchiare. Tanti operatori continuano però a credere in questo Paese a sviluppare e portare avanti iniziative su varie tipologie di fonti rinnovabili per ottenere i permessi a costruire".
Il problema principale per Tozzi è l’iter burocratico che i progetti di energia rinnovabile devono subire in Italia, a volte servono decine d’anni invece di 18 mesi, ha spiegato l’amministratore delegato della società che ha impianti di proprietà in Italia e nel mondo per una potenza installata pari a 120,5 megawatt.
Tozzi, però, è fiducioso, che il nuovo governo possa sbloccare qualcosa e i fondi del Recovery e dell agenda verde europea possano essere sfruttati al meglio.
"Mi auguro che ora ci sia la voglia di fare ma non sarà semplice e veloce, c’è da mettere a posto una macchina burocratica che è così incancrenita da talmente tanto tempo che nonostante possiamo avere un Draghi molto motivato un nuovo ministero della Transizione ecologica, sarà difficile ricostruire questi meccanismi e cercare di fare di questa burocrazia una macchina veloce, però mi auguro che ci si riesca".
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