Bilbao, 29 gen. (askanews) – Il 2021 del museo Guggenheim di Bilbao si apre con una mostra che guarda alla storia locale della città basca: "Bilbao e la pittura". Un viaggio che riporta lo spettatore alla fine dell’Ottocento, in un’atmosfera culturale che risente delle influenze delle avanguardie internazionali.
"Lo scopo di questa esposizione – ha spiegato il curatore della mostra, Kosme de Baranano – è di presentare al grande pubblico 25 quadri di grande formato di artisti che hanno lavorato a Bilbao. Grandi dipinti sia per la dimensione sia per la qualità. Sono opere che sono state commissionate da istituzioni e associazioni private, come la Filarmonica o l’Athletic Football Club, e normalmente non sono accessibili al pubblico".
I dipinti offrono uno spaccato sociale, economico ed urbano della città, ma si concentrano anche sugli aspetti della vita del periodo, la geografia umana e il folklore, nella forma della danza.
"L’idea della mostra, il suo concetto – ha aggiunto Baranano – è quello di cercare di mostrare la storia della Bilbao del XIX Secolo, la città che comincia a espandersi dai vecchi quartieri, non attraverso fotografie o documenti, ma attraverso 25 quadri di artisti che hanno immortalato Bilbao dal punto di vista della pittura, delle emozioni e dell’espressione".
Per il curatore, poi, un altro dei modi nei quali si può guardare alla mostra è quello di pensare, attraverso il passato, il futuro della comunità di Bilbao, con le sue diverse origini. E in questo c’è un’idea di appartenenza. Che assume particolare rilevanza in questo momento storico nel quale la pandemia ha drasticamente ridotto i flussi turistici, anche verso un’icona come il Guggenheim, e ha offerto ai musei l’occasione di amplificare la relazione con il locale, con la comunità, appunto.
E anche se dal museo ci tengono a sottolineare che la mostra era stata organizzata già da prima dell’emergenza Covid, non si può non pensare che in qualche modo oggi questa assuma un significato più forte, una valenza ulteriore. Ed è poi anche l’occasione per osservare come dei dipinti ottocenteschi interagiscano con gli spazi progettati da Frank Gehry, in un cortocircuito temporale e culturale molto affascinante.