Attacco in Congo, Di Maio: ai nostri caduti dobbiamo la verità

di Redazione

Attacco in Congo, Di Maio: ai nostri caduti dobbiamo la verità

| mercoledì 24 Feb 2021 - 12:47

Roma, 24 feb. (askanews) – Un lungo applauso in aula alla Camera in ricordo di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, uccisi in un agguato nella Repubblica democratica del Congo. Nell’agguato è morto anche un autista del convoglio in cui viaggiavano. L’Italia non risparmierà "alcuno sforzo per arrivare alla verità sulla loro tragica fine" ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella sua informativa alla Camera aggiungendo che l’Italia "onorerà il loro sacrificio con funerali di Stato.

Sulla dinamica dell’agguato all’ambasciatore in Repubblica democratica del Congo e al carabiniere "sono in corso accertamenti anche della Procura della Repubblica di Roma e una squadra dei carabinieri del Ros è a Goma per una prima missione investigativa". E ne seguiranno altre, ha spiegato Di Maio. Il convoglio del Programma alimentare mondiale su cui viaggiavano gli italiani è stato attaccato da "sei uomini dotati di armi leggere, verosimilmente presso Kibumba, a circa 25 km da Goma". "Il governatore del Nord Kivu ha confermato che i sei assalitori, dopo aver sparato colpi in aria e avere bloccato il convoglio, hanno ordinato ai passeggeri di scendere dai veicoli. Il rumore degli spari ha allertato i soldati delle Forze Armate congolesi e i ranger del parco Virunga che, trovandosi a meno di un chilometro di distanza, si sono diretti verso il luogo dell’evento. Il governatore ha aggiunto che per costringere le loro vittime a lasciare la strada ed entrare nella boscaglia, gli assalitori hanno ucciso l’autista del Pam".

Poi, secondo le prime ricostruzioni, hanno aperto il fuoco dopo un avvertimento dei Ranger accorsi sul posto. "Secondo quanto dichiarato dal ministero dell’Interno congolese, nel momento in cui la pattuglia di Ranger ha intimato agli assalitori di abbassare le armi, questi ultimi avrebbero aperto il fuoco contro il militare dell’Arma dei carabinieri, uccidendolo, e contro l’ambasciatore italiano, ferendolo gravemente". Attanasio è poi deceduto in ospedale.

Quanto successo ha evidenziato ancora una volta il tema della sicurezza di alcuni paesi in cui operano i nostri diplomatici e i nostri militari, ha aggiunto il ministro. Ai nostri caduti dobbiamo la verità e per onorarli è necessario rafforzare l’attenzione politica sull’Africa. "Al Pam e all’Onu abbiamo chiesto formalmente l’apertura di un’inchiesta che chiarisca quanto accaduto, le motivazioni alla base del dispositivo di sicurezza utilizzato e in capo a chi fossero le responsabilità di queste decisioni". "Ci aspettiamo – ha aggiunto – nel minor tempo possibile, risposte chiare ed esaustive".

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