Milano, 1 mar. (askanews) – Mercato dell’auto ancora in rosso a febbraio in Italia registra una flessione del -12,34% (142.998 auto immatricolate). Un dato che secondo il Centro Studi Promotor "non è positivo, ma non può essere considerato fortemente negativo" per il fatto che febbraio 2020 è stato l’ultimo mese "normale" prima del Covid e che quest’anno c’è stato un minor ricorso ai chilometri zero. Il presidente Gian Primo Quagliano: "Ha pesato sul risultato di febbraio naturalmente la pandemia che sta anche ostacolando la gente nell’accedere alle concessionarie oltre che a mantenere bassa la propensione all’acquisto di nuove auto. Ma ci sono stati gli incentivi alla rottamazione per le vetture ad alimentazione tradizionale, ma comunque con emissioni non superiori a 135 grammi di CO2 al chilometro, che hanno sostenuto direi abbastanza bene la domanda".
Guardando avanti, a preoccupare è il rapido esaurimento degli incentivi per la fascia più richiesta quella con emissioni CO2 fino a 135 gr/km con prenotazioni per 155 milioni su 250 complessivi. "Quello che frena è che da un lato che la pandemia si fa sempre più pesante, sempre più grave e dall’altro che gli incentivi potrebbero terminare abbastanza presto perchè lo stanziamento non è adeguato e alla fine di marzo sarà esaurito completamente per la prenotazione poi ci sarà una coda in aprile, ma a partire da maggio il mercato rischia di collassare", ha spiegato Quagliano.
Meno richiesti gli incentivi per le vetture elettriche e ibrido plug-in penalizzate dalla scarsa diffusione delle colonnine di ricarica. "Ci sono gli incentivi per il verde ed è giusto che ci siano, ma non sono quelli che risolvono la situazione del mercato in questo momento. Anzi proprio per continuare ad investire nel verde le case automobilistiche hanno oggi bisogno di vendere le vetture ad alimentazione tradizionale che hanno livelli di emissione oggi decisamente molto, molto contenuti. Anche le diesel", ha concluso il presidente del Centro Studi Promotor.