Un’inchiesta del New York Times mette in luce come uomini adulti sfruttino le aspiranti baby influencers e le loro madri (alcune consapevoli), facendo leva sul loro desiderio di notorietà e soldi. Promettono successo ma, in realtà, vendono le foto sessualmente esplicite delle minori a siti e gruppi Telegram.
Questo fenomeno è solo la punta dell’iceberg, il male estremo, di un problema molto più diffuso e normalizzato: lo sfruttamento dei minori sui social.
L’inchiesta ci spinge a fare una riflessione più ampia: cosa pensiamo quando pensiamo a dei minori sfruttati su Instagram o TikTok? Dove collochiamo le bambine che sponsorizzano prodotti? E dove quelle che fanno “outfit check” quotidiani?
Dove finisce un uso sano dei social e dove inizia lo sfruttamento?