“I basilischi ” è il film di esordio di Lina Wertmuller, girato nel 1963 in alcuni piccoli centri tra la Puglia e la Basilicata ma prevalentemente a Minervino Murge, in quella provincia meridionale della quale era originario il padre della regista.
Fino ad allora la Wertmuller aveva lavorato nel cinema solo come segretaria di edizione e soprattutto come aiuto regista di Federico Fellini ne “La dolce vita” e in “8 e 1/2”.
“I basilischi” ha un incipit bellissimo e poetico, con una voce narrante femminile che descrive “la controra”, quella parte della giornata tra il pasto di mezzogiorno e la ripresa delle attività; la controra, che avvolge il paese come una nebbia di torpore e silenzio nella quale tutti, o quasi, riposano il corpo e lo spirito.
Il paese è il luogo al quale sono legati i tre protagonisti del film, Toni, Francesco e Sergio tre giovani apatici, senza slanci, che trascinano la loro esistenza annoiata tra il circolo culturale e il corso, tra gli sguardi di qualche ragazza e svogliati studi universitari.
In realtà i tre giovani parlano di cambiamenti, di progetti, di svolte delle loro vite.
Toni studia Giurisprudenza, è iscritto a Bari, deve diventare notaio come suo padre e come lo era stato suo nonno. Ma sogna di cambiare città, di iscriversi a Roma, dove c’è vita, opportunità, movimento.
Francesco, interpretato da un giovane e ispiratissimo Stefano Satta Flores, è di una famiglia di piccoli proprietari terrieri e pensa di organizzare una cooperativa, di emancipare quei piccoli produttori provinciali, di far entrare quella piccola realtà locale nel mondo moderno.
Sognano, chiacchierano, e intanto la loro vita continua sempre uguale. Toni deve partire per Roma, ma quando la sveglia suona si gira dall’altra parte. Tanto lo sa che non partirà mai.
E la voce narrante che aveva aperto il film con la meravigliosa descrizione della controra lo chiude: “Antonio continua a parlare di Roma; Francesco continua a parlare della cooperativa, eh! E Roma e la cooperativa sono diventati solo un argomento pe’ chiacchiera’, perché qua si chiacchiera tanto. Si chiacchiera.. si chiacchiera.. Ecco qua”.
Buona visione.