Com’è andato oggi il bitcoin? È salito? È crollato? Il 2018 sarà l’anno della verità per questo moneta di Internet creata nel 2009 in modo ancora misterioso ma che ha avuto il suo boom nel 2017 quando...
L’effetto, insidioso, è quello di un nuovo “Grande Fratello”, questa volta su quattro ruote. È così che provocatoriamente il Washington Post definisce i moderni sistemi computerizzati istallati sulle automobili di ultima generazione. Il prezzo che pagano i cittadini è altissimo: queste automobili efficienti e sicure, silenziosamente raccolgono dati e informazioni degli autisti e delle loro […]
Cosa può esserci di meglio per uno studente delle medie di un'iPad a scuola con cui stare sui social network? Beh, secondo l'amministratore delegato della Apple, che gli iPad li produce, potrebbe non essere una così buona idea. Né avere la tecnologia a scuola, né avere i ragazzini sui social. "Non credo nell'uso eccessivo della tecnologia" ha detto Tim Cook all'università di Harlow nell'Essex, una delle 70 istituzioni in tutta Europa che utilizzerà il programma educativo 'Tutti possono programmare' voluto da Apple. "Non sono il tipo di persona che afferma che abbiamo raggiunto il successo se la stiamo usando tutto il tempo ", ha aggiunto, secondo quanto riporta il Guardian. "Non ne sono affatto convinto".
Cook è andato oltre: crede che ci dovrebbero essere dei limiti all'uso della tecnologia nelle scuole e non vuole che suo nipote usi un social network. "Ci sono ancora concetti di cui vuoi parlare e capire. In un corso di letteratura, bisogna usare molto la tecnologia? Probabilmente no". E riguardo ai social è stato laconico: "Non ho un bambino, ma ho un nipote al quale ho messo dei limiti. Ci sono alcune cose che non permetterò: non li voglio su un social network".
Novità in arrivo da Instagram. L’app starebbe sviluppando una nuova funzionalità chiamata “Type” che permetterà gli utenti di condividere, all’interno delle “stories”, dei messaggi costituiti esc...
Luca Borgoni è morto. Nella vita reale e, quindi, anche in quella virtuale. Così ha deciso Facebook che ha “bloccato” la mamma del ragazzo torinese di 22 anni che ha perso la vita l’8 luglio scorso scivolando sul Cervino. Il social network ha trasformato il profilo personale di Luca che sua madre continuava ad aggiornare in una […]
Gli assistenti vocali sono il nuovo terreno di sfida dei colossi della tecnologia. E - dopo Amazon, Google e Apple - tocca a Facebook farsi avanti, con un dispositivo, denominato Portal, che sarà di fatto una risposta a Echo di Amazon ma non verrà presentato come un semplice smart assistant ma come una vera e propria estensione del social network, ovvero come un altro strumento per restare connessi "con le persone che ci sono care". Una strategia di marketing che, nelle intenzioni, dovrebbe far digerire agli acquirenti il prezzo non esattamente popolare: 499 dollari contro i 299 di Echo. Per Mark Zuckerberg, però, la priorità non è il fatturato, bensì cambiare le abitudini degli utenti.
L'azienda, per ora, tace. Le indiscrezioni arrivano dal sito specializzato Cheddar, secondo il quale Portal verrà presentato a maggio, in occasione della conferenza degli sviluppatori. Come Echo, Portal avrà uno schermo che consentirà di effettuare chiamate vocali e fruire di musica e video in streaming. E così come Echo è integrato con l'offerta mediatica di Amazon - a partire da Amazon Prime Video - Portal sarà strettamente integrato con Facebook, consentendo di accedere al proprio profilo grazie a un sistema di riconoscimento facciale, un settore nel quale Menlo Park ha effettuato consistenti investimenti negli ultimi anni (recente è il servizio che consente all'utente di scoprire se è stato incluso in una foto pur non essendo stato taggato).
Per compensare la mancanza di prodotti media propri (e quindi concorrere con Amazon anche sul piano dell'offerta di contenuti), Facebook - leggiamo ancora su Cheddar - potrà contare sugli accordi già firmati con Sony e Universal e, secondo i rumor pubblicati dal sito, punterebbe a una partnership con Netflix e Spotify. Portal sarà inoltre il primo dispositivo a uscire da Building 8, il laboratorio dedicato all'elettronica da consumo, con il quale Zuckerberg cerca la riscossa dopo il tremendo flop di Htc First, il cosiddetto "Facebook Phone" che, nel 2013, aveva anticipato alcune delle intuizioni alla base di Portal.
“Whatsapp diventerà a pagamento”. Ma è l’ennesima bufala che riguarda il servizio di messaggistica più usato e diffuso in Italia. Il nuovo allarme è partito il giorno della Befana e rapidamente si è diffuso usando il solito meccanismo della catena di sant’Antonio. Moltissimi utenti, infatti, pur di non rischiare di dover pagare quello che è […]
All’inizio dell’anno Time ha pubblicato la lista di quelli che potrebbero essere i dieci rischi più imminenti nel 2018. Dopo l’espansione commerciale della Cina e la grande quantità di scenari nei quali possono verificar...