È passato alla storia come l’uomo che ha salvato l’Euro dopo gli otto anni trascorsi alla guida di una delle istituzioni più potenti d’Europa. Dal 2011 al 2019 Mario Draghi è stato il presidente della Banca Centrale Europea la banca dove i dipendenti parlano 24 lingue diverse e tutte le banche vengono tenute d’occhio per tutelare i guadagni dei cittadini che fanno parte dell’Unione Europea. In questo colosso, Mario Draghi è stato riconosciuto come “l’uomo di stato europeo più importante dell’ultimo decennio” e dal 2012 tutte le banconote che escono dalla sua sede di Francoforte, sono firmate col suo nome. Secondo il Financial Time, infatti, è grazie alle sue scelte in questa fase della sua carriera che l’Europa ha toccato il livello più basso di disoccupazione del decennio. Anche la rivista Forbes, nel 2018 l’ha inserito al 18°posto nella classifica degli uomini più potenti al mondo. Ecco perché in un momento difficile per il nostro paese, molti sperano che sia lui la persona giusta. Nato nel 1947, il padre Carlo era dirigente della Banca d’Italia, mentre la madre, Gilda, era una farmacista. Draghi si è laureato con il massimo dei voti e la lode alla Facoltà di Economia della Sapienza di Roma e si è poi specializzato al MIT, il Massachusetts Institute of Technology considerata la migliore università in assoluto, che cerca persone in grado di migliorare il mondo. Dopo la laurea in economia è stato per diversi anni un professore accademico prima di ricoprire dal 1991 al 2001 la carica di Direttore Generale del Ministero del Tesoro l’organo che aveva il compito di gestire il debito pubblico italiano di cui oggi se ne occupa il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Con Draghi a ricoprire questo ruolo, l’Italia è diventato uno dei paesi più rigorosi d’Europa e il debito pubblico ha fatto registrare un calo del 20%. Era il periodo a cavallo tra gli anni 90 e l’inizio della crisi economica. Dopo l’incarico al Tesoro, per sei anni Draghi ha guidato la Banca d’Italia la banca centrale della Repubblica Italiana, meccanismo integrante dell’Eurosistema per poi passare alla carica più prestigiosa di presidente della Banca Centrale Europea. Tra i suoi discorsi che sono passati alla storia, c’è quello tenuto a Londra nel 2012 definito “le parole più potenti nella storia delle banche centrali”. In quell’occasione Draghi annunciò che la BCE avrebbe fatto “whatever it takes” (tutto il necessario) per salvare l’euro. Da quando si è concluso il mandato nel 2019, è rimasto molto defilato dal panorama politico esprimendosi con poche parole ma forti sulla crisi causata dalla pandemia. Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza”
“Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile”.
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