14 luglio 2003 – Con un articolo sul Washington Post che svela la vera identità dell’agente CIA Valerie Plame, scoppia il caso CIA-gate.
Si scoprirà che l’informazione era stata fatta volutamente trapelare dalla Casa Bianca per ritorsione contro il marito della Plane, diplomatico inviso all’amministrazione Bush per aver negato l’esistenza di armi di distruzione di massa in possesso del regime di Saddam Hussein.
Lo scandalo porterà a un’inchiesta federale e alla condanna di Scooter Libby, ex-capo dello staff del Vicepresidente Dick Cheney, a 30 mesi di carcere per falsa testimonianza e ostacolo alla giustizia. Nel 2007 Libby sarà graziato dallo stesso presidente George W. Bush, subito dopo che una corte di Washington gli aveva negato la libertà condizionata per la durata del processo d’appello.