Con il 2017 è scaduto uno dei brevetti più popolari per la nostra vita social. Quello che ci consente di comprare qualcosa con un semplice clic: senza scrivere di nuovo i nostri dati anagrafici, quelli della carta di credito o l’indirizzo di consegna. Clicchi e la transazione è fatta. Fu una idea di Jeff Bezos, il fondatore e amministratore di Amazon. Era il 1997, venti anni fa, quando Amazon presentò all’ufficio brevetti americano la richiesta di proteggere la sua innovazione: “In metodo e un sistema per fare acquisti in rete”.
Nel 1999 il brevetto 1-Click è stato accordato: secondo alcuni calcoli è valso ad Amazon profitti per oltre due miliardi di dollari all’anno per 18 anni. 40 miliardi. Anche indiretti perché per esempio Apple si rese subito conto di quanto fosse importante rendere l’esperienza di acquisto online facile e immediata e dal 2000 paga una licenza ad Amazon per poter usare questa tecnologia su iTunes e sull’App Store dove infatti scarichiamo canzoni e app con un clic, grazie ad Amazon.
In realtà questo brevetto è stato molto contestato, perché più che una tecnologia si tratta di un concetto, e proteggerlo con un brevetto equivale a peggiorare l’esperienza del commercio online su tutti gli altri siti. È anche per questo che l’Unione Europea non ha mai voluto garantire il brevetto ad Amazon nonostante numerosi appelli, mentre in Canada c’è stata una battaglia legale che alla fine Bezos ha vinto. Ora quel brevetto scade, il vantaggio competitivo è finito, tutti potranno offrire ai propri clienti un servizio 1-click. Amazon intanto è già andata avanti: venti anni fa era un sito che vendeva prevalentemente libri elettronici, oggi è diventata il negozio del mondo e la sua nuova frontiera è la consegna in giornata. Tra poco, ci scommetto, sarà immediata, come un clic.
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Con il 2017 è scaduto uno dei brevetti più popolari per la nostra vita social. Quello che ci consente di comprare qualcosa con un semplice clic: senza scrivere di nuovo i nostri dati anagrafici, quelli della carta di credito o l’indirizzo di consegna. Clicchi e la transazione è fatta. Fu una idea di Jeff Bezos, il fondatore e amministratore di Amazon. Era il 1997, venti anni fa, quando Amazon presentò all’ufficio brevetti americano la richiesta di proteggere la sua innovazione: “In metodo e un sistema per fare acquisti in rete”.
Nel 1999 il brevetto 1-Click è stato accordato: secondo alcuni calcoli è valso ad Amazon profitti per oltre due miliardi di dollari all’anno per 18 anni. 40 miliardi. Anche indiretti perché per esempio Apple si rese subito conto di quanto fosse importante rendere l’esperienza di acquisto online facile e immediata e dal 2000 paga una licenza ad Amazon per poter usare questa tecnologia su iTunes e sull’App Store dove infatti scarichiamo canzoni e app con un clic, grazie ad Amazon.
In realtà questo brevetto è stato molto contestato, perché più che una tecnologia si tratta di un concetto, e proteggerlo con un brevetto equivale a peggiorare l’esperienza del commercio online su tutti gli altri siti. È anche per questo che l’Unione Europea non ha mai voluto garantire il brevetto ad Amazon nonostante numerosi appelli, mentre in Canada c’è stata una battaglia legale che alla fine Bezos ha vinto. Ora quel brevetto scade, il vantaggio competitivo è finito, tutti potranno offrire ai propri clienti un servizio 1-click. Amazon intanto è già andata avanti: venti anni fa era un sito che vendeva prevalentemente libri elettronici, oggi è diventata il negozio del mondo e la sua nuova frontiera è la consegna in giornata. Tra poco, ci scommetto, sarà immediata, come un clic.
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Con il 2017 è scaduto uno dei brevetti più popolari per la nostra vita social. Quello che ci consente di comprare qualcosa con un semplice clic: senza scrivere di nuovo i nostri dati anagrafici, quelli della carta di credito o l’indirizzo di consegna. Clicchi e la transazione è fatta. Fu una idea di Jeff Bezos, il fondatore e amministratore di Amazon. Era il 1997, venti anni fa, quando Amazon presentò all’ufficio brevetti americano la richiesta di proteggere la sua innovazione: “In metodo e un sistema per fare acquisti in rete”.
Nel 1999 il brevetto 1-Click è stato accordato: secondo alcuni calcoli è valso ad Amazon profitti per oltre due miliardi di dollari all’anno per 18 anni. 40 miliardi. Anche indiretti perché per esempio Apple si rese subito conto di quanto fosse importante rendere l’esperienza di acquisto online facile e immediata e dal 2000 paga una licenza ad Amazon per poter usare questa tecnologia su iTunes e sull’App Store dove infatti scarichiamo canzoni e app con un clic, grazie ad Amazon.
In realtà questo brevetto è stato molto contestato, perché più che una tecnologia si tratta di un concetto, e proteggerlo con un brevetto equivale a peggiorare l’esperienza del commercio online su tutti gli altri siti. È anche per questo che l’Unione Europea non ha mai voluto garantire il brevetto ad Amazon nonostante numerosi appelli, mentre in Canada c’è stata una battaglia legale che alla fine Bezos ha vinto. Ora quel brevetto scade, il vantaggio competitivo è finito, tutti potranno offrire ai propri clienti un servizio 1-click. Amazon intanto è già andata avanti: venti anni fa era un sito che vendeva prevalentemente libri elettronici, oggi è diventata il negozio del mondo e la sua nuova frontiera è la consegna in giornata. Tra poco, ci scommetto, sarà immediata, come un clic.
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Con il 2017 scade uno dei brevetti più popolari per la nostra vita social - Visto sul Web
Con il 2017 è scaduto uno dei brevetti più popolari per la nostra vita social. Quello che ci consente di comprare qualcosa con un semplice clic: senza scrivere di nuovo i nostri dati anagrafici, quelli della carta di credito o l’indirizzo di consegna. Clicchi e la transazione è fatta. Fu una idea di Jeff Bezos, il fondatore e amministratore di Amazon. Era il 1997, venti anni fa, quando Amazon presentò all’ufficio brevetti americano la richiesta di proteggere la sua innovazione: “In metodo e un sistema per fare acquisti in rete”.
Nel 1999 il brevetto 1-Click è stato accordato: secondo alcuni calcoli è valso ad Amazon profitti per oltre due miliardi di dollari all’anno per 18 anni. 40 miliardi. Anche indiretti perché per esempio Apple si rese subito conto di quanto fosse importante rendere l’esperienza di acquisto online facile e immediata e dal 2000 paga una licenza ad Amazon per poter usare questa tecnologia su iTunes e sull’App Store dove infatti scarichiamo canzoni e app con un clic, grazie ad Amazon.
In realtà questo brevetto è stato molto contestato, perché più che una tecnologia si tratta di un concetto, e proteggerlo con un brevetto equivale a peggiorare l’esperienza del commercio online su tutti gli altri siti. È anche per questo che l’Unione Europea non ha mai voluto garantire il brevetto ad Amazon nonostante numerosi appelli, mentre in Canada c’è stata una battaglia legale che alla fine Bezos ha vinto. Ora quel brevetto scade, il vantaggio competitivo è finito, tutti potranno offrire ai propri clienti un servizio 1-click. Amazon intanto è già andata avanti: venti anni fa era un sito che vendeva prevalentemente libri elettronici, oggi è diventata il negozio del mondo e la sua nuova frontiera è la consegna in giornata. Tra poco, ci scommetto, sarà immediata, come un clic.
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