Roma, 30 dic. (askanews) – La prospettiva dell’esecutivo è di arrivare a "fine legislatura", ma senza "galleggiare", e se qualcuno vuole una crisi di governo se ne assumerà la responsabilità davanti al Parlamento. Questa la sintesi del discorso politico del premier Giuseppe Conte alla conferenza di fine anno con la stampa, dove in quasi tre ore di confronto ha risposto a tutti i quesiti di attualità, non solo politica. Il premier non vuole "ultimatum" – vedere le utime posizioni di Renzi – ma è pronto ad andare in Parlamento in caso venisse meno la fiducia di un partito di governo. "Io sono fuori dalla logica degli ultimatum, sono per il dialogo e il confronto e per trovare una sintesi superiore nell’interesse del paese".
Fuori dall’attualità politica, Conte ha parlato della campagna di vaccinazione, escludendo l’opzione di renderla obbligatoria. "I primi risultati veri si avranno, a detta degli esperti, quando avremo vaccinato 10/15 milioni di cittadini e non credo avverrà prima di aprile. Allora si concluderà la fase 1", ha spiegato.
Ha parlato anche di manovra, debito pubblico e scuola Conte, con l’auspicio di una didattica in presenza al 50 per cento dal 7 gennaio. Molti passaggi hanno riguardato poi il Recovery Plan. Conte promette una svolta con nuovi interventi legislativi in Parlamento, in modo da superare i ritardi accumulati. "Vorrei fare il Consiglio dei ministri nei primi giorni di gennaio, il giorno seguente aprire il confronto con le parti sociali, per poi dare al Parlamento la possibilità di dare un contribuito, così arriveremo in tempo a metà febbraio per il progetto definitivo".