17 settembre 1992 – Guidato da Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, un gruppo di fuoco di Cosa Nostra elimina Ignazio Salvo, figura di spicco della DC palermitana ed esattore statale per la Regione Sicilia insieme a suo cugino Nino, morto sei anni prima di tumore.
Referenti del parlamentare andreottiano Salvo Lima, i cugini Salvo erano stati strettamente legati ai capi di Cosa Nostra per quasi un ventennio, prima a Stefano Bontate e Tano Badalamenti negli anni ‘70, poi a Totò Riina in seguito all’affermazione dei corleonesi nella Seconda guerra di mafia.
L’omicidio segue di poco quello di Salvo Lima avvenuto nel marzo precedente: entrambi i delitti sono stati voluti da Riina come ritorsione per il mancato annullamento delle sentenze del Maxiprocesso.
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