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La crisi di Sigonella

10 ottobre 1985 – Quattro caccia F-14 della Marina degli Stati Uniti, appoggiati da due C-141 con a bordo un intero reparto di Navy Seal (forze speciali statunitensi), intercettano il velivolo egiziano che trasporta i dirottatori della Achille Lauro e due mediatori dell’OLP, costringendolo ad atterrare nella base aerea di Sigonella, in Sicilia.

I terroristi si erano arresi poche ore prima grazie all’intervento diretto del leader palestinese Arafat e forniti di un salvacondotto internazionale, a condizione che tutti i passeggeri della nave da crociera fossero incolumi; in realtà, come si scoprì subito dopo, i dirottatori si erano macchiati dell’assassinio di un cittadino americano ebreo e paraplegico, Leon Klinghoffer, rendendosi di fatto ricercati sia dalla giustizia italiana che da quella statunitense.

Il governo americano avverte però le autorità italiane solo dopo aver iniziato l’operazione militare. Il Presidente del Consiglio Craxi, contrariato da quello che ritiene essere un atto di prepotenza da parte statunitense, consente l’atterraggio ma solo a condizione di gestirne gli sviluppi. All’arrivo a Sigonella, poco dopo la mezzanotte, 30 avieri e 20 Carabinieri circondano l’aereo come da ordini ricevuti. Pochi minuti dopo atterrano – a luci spente e senza permesso dalla torre di controllo – anche i due C-141 americani, da cui sbarcano 200 Navy Seal che si dirigono verso il Boeing egiziano con il chiaro intento di prelevare tutti i sei palestinesi. In momenti di altissima tensione, i Navy Seal, armi in pugno, circondano i militari italiani.

(In foto l’aereo egiziano con a bordo i terroristi palestinesi, accerchiato da Carabinieri e avieri della VAM, a loro volta circondati dai Navy Seal statunitensi)

Immediatamente, gli statunitensi vengono a loro volta circondati con le armi spianate da un secondo cordone di Carabinieri, accorsi nel frattempo dalle vicine caserme di Catania e Siracusa.

Il Presidente statunitense Reagan, infuriato, telefona nel cuore della notte a Craxi pretendendo la consegna dei terroristi, ma il Presidente del Consiglio italiano non recede e fa arrivare a Sigonella altre unità di rinforzo e blindati dell’Arma. A Reagan, dinanzi alla ferma presa di posizione italiana, non rimane che cedere e ritirare gli uomini. Il Boeing viene poi fatto decollare alla volta di Roma, dove i dirottatori sono presi in consegna dalla magistratura italiana, mentre i due dirigenti dell’OLP (fra cui Abu Abbas, che si scoprirà in seguito essere stato la mente del dirottamento) vengono lasciati partire per la Jugoslavia, dove trovano rifugio diplomatico.

Lo strappo tra Italia e Usa, che provoca tra l’altro anche una breve crisi di governo, verrà ricucito poco tempo dopo con l’invito formale di Reagan a Craxi a fargli visita negli Stati Uniti.

Jack Sentenza

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