Roma, 3 feb. (askanews) – Investire sui giovani e assegnare all’educazione un ruolo fondamentale per prepararli al futuro. Questo uno dei passaggi principali dell’intervento di Mario Draghi al 41esimo Meeting di Rimini, il 18 agosto 2020. Un discorso sulla pandemia, sulla profonda crisi mondiale e sulle sfide come la digitalizzazione, divenuta una necessità proprio per il Covid-19, sull’importanza di avere una visione chiara, ora più che mai, di fare scelte sagge in base al futuro che si vuole costruire. Un discorso, insomma, che a molti fece pensare a una sua possibile discesa in politica e che oggi risuona particolarmente adeguato.
In quell’occasione Draghi disse chiaramente che per una rinascita bisogna puntare sulle nuove generazioni. "Se guardiamo alle culture e alle nazioni che meglio hanno gestito l’incertezza e la necessità del cambiamento, hanno tutte assegnato all’educazione il ruolo fondamentale nel preparare i giovani a gestire il cambiamento e l’incertezza nei loro percorsi di vita, con saggezza e indipendenza di giudizio.
"Ma c’è anche una ragione morale che deve spingerci a questa scelta e a farlo bene: il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza".
L’ex presidente della Bce parlò anche di debito, per una visione di lungo periodo, necessario per la ricostruzione e sottoscritto da paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori: "Questo debito sarà sostenibile, continuerà cioè a essere comprato in futuro, se utilizzato a fini produttivi ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca ecc. se cioè è "debito buono". La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato "debito cattivo".