Roma, 10 feb. (askanews) – "Io mi aspetto dal professor Draghi un governo di qualità con
figure autorevoli e un governo metà uomini metà donne, questo mi aspetto" diceva pochi giorni fa Laura Boldrini ai cronisti.
Quale miracolo servirà al presidente del Consiglio incaricato per far fruttare all’italia l’immenso potenziale delle donne? Per cominciare una squadra di governo che sia anche un messaggio all’Europa di Ursula von den Leyen e Angela Merkel, una misura di equità, ma soprattutto un segnale per un paese dove solo il 45% delle cittadine lavora, dove in dicembre su 101mila posti di lavoro persi, 99mila erano di donne.
Un governo per metà di professioniste sarebbe un segnale in controtendenza con la realtà del mondo politico italiano. Le donne in parlamento rappresentano il 35% per cento, grazie alle
quote rosa; in molte lavorano da brave soldatine fra le quinte.
Ai vertici però, no. Ennesima riprova le ultime consultazioni al Quirinale. Nessuna donna ha parlato per Lega, Cinque Stelle o Partito democratico. Al Colle, solo in cinque si sono espresse davanti ai microfoni:
Emma Bonino, Giorgia Meloni, Loredana De Petris e Rossella Muroni di Liberi e Uguali, e Julia Unterberger delle Autonomie al Senato. Scenario molto simile alle consultazioni con il presidente del
Consiglio incaricato. Julia Unterberger dopo aver parlato con Draghi: "Siccome sono una delle poche donne presenti in queste delegazioni mi sono permessa di parlare anche delle questioni di
genere. Non è possibile che l’Italia sia all’ultimo posto in tutte le classifiche dove si parla di parità, non è un danno solo per le donne ma per tutto lo Stato. Io ho chiesto che la politica di genere venga messa al centro di tutte le altre politiche e che in questo governo ci sia una adeguata rappresentanza di donne. E siccome il senatore Salvini in 12 ore è diventato europeista, forse a questo giro diventa
anche femminista…".
Protagoniste dei giri di consultazioni con il premier incaricato anche altre donne, come Teresa Bellanova o Maria Elena Boschi per Italia Viva, e Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini per
Forza Italia. È tuttavia probabile che le donne al governo siano soprattutto tecniche: perchè come dice l’appello a Draghi dalle 40 associazioni di manager, economiste, giornaliste, parlamentari riunite nella rete Donne per la Salvezza. "il toto-ministri dei partiti è quasi esclusivamente maschile. Questa è una sfida complessa, ma deve essere vinta".