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Dopo 10 anni dal disastro nucleare l’incubo di Fukushima non è ancora finito

Immaginate di aver appena finito di pranzare, siete a lavoro o nella calma della vostra casa, quando all’improvviso, per 6 minuti interminabili, ogni cosa intorno a voi comincia a tremare. Non potete ancora saperlo, ma quello è il quarto terremoto più distruttivo della storia, e la cosa peggiore è che l’incubo che state vivendo, in realtà, è appena iniziato.
Sono passati 10 anni dal sisma di magnitudo 9.0 che ha sconvolto la regione di Tohoku, in Giappone, che è ricordato per aver provocato il disastro nucleare di Fukushima, considerato l’incidente nucleare più grave dopo quello di Černobyl’ del 26 aprile 1986.
Circa 16mila morti, 5.314 feriti e 4.647 dispersi sono i numeri ufficiali della tragedia, causata dal terremoto che scatenò uno tsunami con onde alte fino a 40,5 metri che viaggiarono a 700 km orari e si spinsero fino a 10 km nell’entroterra distruggendo intere città.
L’evento sismico produsse effetti clamorosi sull’intero pianeta; Honshu, l’isola principale del Giappone, si mosse di circa 2 metri e mezzo verso est e secondo le stime anche la Terra si spostò tra 10 e 25 cm sul suo asse, aumentando la velocità di rotazione del globo terrestre di 1,8 microsecondi al giorno.
Le onde anomale, oltre a lasciarsi dietro uno scenario apocalittico, danneggiarono gravemente almeno 4, dei 6 reattori presenti nella centrale di Fukushima Daiichi, portando a una tripla fusione nucleare e a diverse esplosioni, per le fughe di idrogeno.
Per il rischio di radiazioni mezzo milione di persone fu costretto a lasciare di corsa le proprie case, con le conseguenze che sono visibili tutt’oggi: centri abitati trasformati in luoghi fantasma, dove il tempo sembra sospeso.
TEPCO, la società che gestiva l’impianto di Fukushima al momento della calamità, il 12 ottobre 2012 ha ammesso per la prima volta di non aver adottato misure più forti per prevenire i disastri, per timore di cause legali o proteste contro le sue centrali nucleari.
Da quel terribile pomeriggio le operazioni per bonificare l’area dai residui radioattivi sono ancora in corso, con la maggior parte delle contaminazioni che si concentrano a livello sotterraneo.
Per prevenire il surriscaldamento di noccioli e piscine di stoccaggio dell’impianto, dove si registrano radiazioni più di un milione di volte superiori all’esposizione massima consigliata, è necessaria una continua immissione di acqua di raffreddamento che in parte si disperde nel sottosuolo, attraverso le crepe aperte dal terremoto.
Per purificare la zona completamente, secondo la TEPCO saranno necessari altri 30 o 40 anni, a partire dal 2017. Diverse aree sono state dichiarate nuovamente abitabili dalle autorità, molti degli sfollati però sono riluttanti a tornare; l’incubo degli abitanti di Fukushima non è ancora finito.

Si ringrazia per la gentile concessione delle immagini:

Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire – IRSN
https://www.irsn.fr/FR/Pages/Home.aspx

STEVE RONIN

– https://www.instagram.com/steveronin/
– https://www.youtube.com/channel/UCa7xWePhgtgYNgyXSK63I4Q

https://youmedia.fanpage.it/video/aa/YEkoMuSwXIRwPHi6

Redazione

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