Barcellona, 15 feb. (askanews) – Cambiare niente per cambiare tutto: le elezioni catalane hanno visto la vittoria degli indipendentisti, che però si sono presentati divisi. Fondamentalmente dalle urne esce un equilibrio delle forze invariato, con un piccolo rafforzamento dell’indipendentismo, che supera anche se di poco il 50%. ll triplo pareggio pronosticato dai sondaggi vede i socialisti del Psc e la sinistra indipendentista di Erc con 33 seggi ciascuno, gli indipendentisti conservatori di JXCat con 32. Il Psc è il primo partito, ma non ha praticamente alcuna possibilità di installarsi alla guida della Generalitat. Quarta forza la destra estrema di Vox, con 11 seggi, che ha monopolizzato il voto della destra: crollano infatti Ciudadanos e il Partido Popular.
Bassa l’affluenza che ha superato di poco il 53% (oltre venti punti in meno), un effetto della pandemia che si è distribuito in modo trasversale.
Le divisioni profonde tra le diverse anime indipendentiste hanno di fatto paralizzato (anche prima della pandemia e complice l’offensiva giudiziaria di Madrid) le attività del governo regionale degli ultimi quattro anni. Ora si rischia un nuovo stallo, non sarà semplice trovare un accordo che porti alla formazione di un esecutivo, questo potrebbe il fare gioco alla politica del Governo centrale che vorrebbe spegnere le aspirazioni degli indipendentisti.
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