Roma, 9 apr. (askanews) – Tensione con la Turchia. L’ambasciatore italiano ad Ankara è stato convocato dal governo turco dopo le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi, che si è detto molto dispiaciuto per l’umiliazione che ha dovuto subire la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen con la sedia negata da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, defindendolo poi "dittatore".
"Con questi diciamo ‘dittatori’ di cui però si ha bisogno per collaborare, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute ma deve essere pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese".
Il presidente della Comunicazione turco Fahrettin Altun ha condannato le parole di Draghi, affermando che "ha superato i limiti", e il ministro degli Esteri turco Mevl t Çavusoglu su Twitter ha parlato di "inaccettabile retorica populista". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha fatto sapere che si coordinerà con Draghi per le iniziative da prendere. Intanto, continua a far discutere l’incontro tra il presidente turco e i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, von der Leyen e Charles Michel.
Il servizio del Protocollo del Consiglio Ue ha spiegato di aver preventivamente e brevemente ispezionato i luoghi dell’incontro tra i tre ma senza poter entrare nella sala con le due sedie, invece di tre, predisposte per il colloquio faccia a faccia fra i leader. Nnostante la richiesta di entrare, l’accesso era stato negato con la motivazione che la stanza era "troppo vicina all’ufficio del presidente Erdogan".
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