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“Ero schiavo della cocaina, qui sono rinato”: le voci di una comunità di recupero

Viaggio di Fanpage.it all’interno de La Rupe, comunità maschile per adulti con problemi di dipendenza, vicino Bologna. "Non è facile, ma senza aiuto non avrei capito certi meccanismi" racconta un ospite. Niente telefonini per il primo mese, uscite organizzate successivamente e rientro lento in società, passando per il lavoro in laboratorio e attività di gruppo. "Non ci sono cancelli, ogni giorno si sceglie di proseguire" spiegano i responsabili, che però sottolineano: "Alle volte queste decisioni sono dettate dall’impulsività e dal desiderio di tornare sul territorio per consumare la sostanza. Quello che facciamo è motivare la persona a prendersi un po’ di tempo per capire qual è la scelta più giusta". Il cardine de La Rupe è il laboratorio di ergoterapia, dove gli ospiti lavorano concretamente per l’assemblamento di pezzi elettronici per un cliente esterno. Un lavoro vero, insomma, con tempi e richieste da rispettare, così come alcune regole di vita quotidiana. Dal pranzo, inteso sia come preparazione e gestione della cucina (a turno) e sia come orario fissato per essere tutti in sala, fino alle pulizie, passando per le attività pomeridiane di gruppo. Se necessario, non manca infine l’utilizzo di farmaci, soprattutto nel primo periodo in comunità, quando la montagna da scalare è ancora altissima.

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Redazione

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