30 Novembre 1982 – Dopo aver fatto piazza pulita dei nemici interni a Cosa Nostra, i Corleonesi si sbarazzano degli alleati considerati “non affidabili”, ovvero quelli passati dalla loro parte solo dopo la morte di Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo.
Invitati dal “Papa” Michele Greco a un pranzo informale nella tenuta di Bernardo Brusca a San Giuseppe Jato, Rosario Riccobono (boss di Partanna-Mondello), Salvatore Scaglione (boss della famiglia della Noce) e altri associati vengono massacrati da Totò Riina e dai suoi fedeli alleati Giovanni Brusca, Balduccio Di Maggio, Nino Madonia, Giuseppe Gambino e Pino Greco, che prima li strangolano e poi li sciolgono nell’acido.
A Palermo, nella stessa giornata, vengono eliminati diversi uomini fedeli a Riccobono, e pochi giorni più tardi anche il fratello Vito viene trovato decapitato nella sua auto. Qualche settimana prima persino il noto killer Filippo Marchese, boss della famiglia di Corso Dei Mille e prezioso alleato di Riina, era stato ucciso e sciolto nell’acido perché ritenuto incontrollabile.
Sono gli ultimi episodi salienti della Seconda Guerra di Mafia.
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