Bologna, 21 feb. (askanews) – Oltre 500 fotografie divise per temi e selezionate all’interno della collezione della Fondazione MAST di Bologna, centro di riferimento per il mondo della fotografia dell’industria e del lavoro. Per la prima volta il museo espone in maniera sistematica "The MAST Collection", con l’intento di tratteggiare "un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia". Un progetto molto vasto, che ha il merito fondamentale di portare l’attenzione su temi di cui la cultura tende a occuparsi sempre in maniera trasversale, ma che ora a Bologna prova a trovare una possibile sintesi.
"Una collezione – ha detto ad askanews il curatore Urs Stahel – certamente vuole avere le foto più significative per rappresentare i monumenti industriali, come per esempio nei lavori dei Becher o di alcuni fotografi americani, ma questo è solo un elemento. Io credo che una collezione sulla tecnologia industriale e sul lavoro debba essere una collezione più vasta, una collezione di ricerca, che dovrebbe trovare delle prove visuali di ogni aspetto che nel tempo ha riguardato lo sviluppo industriale".
Per questo in un complesso alfabeto che consta di 53 capitoli, la mostra documenta il meglio e il peggio della storia industriale, i successi indiscutibili e le innegabili e drammatiche criticità che un certo tipo di sviluppo ha portato con sé, in una narrazione di sguardi che si muovono da lontano a vicino, con tecniche e sensibilità fotografiche molto diverse. "E’ una collezione – ha aggiunto Stahel – ma è anche un archivio, è un archivio, ma anche una collezione".
La tentazione di chiedere, con tanti nomi illustri in mostra, se ci sia una sola immagine che possa descrivere che cosa ha significato la parola "lavoro" è forte, ma, lo sappiamo, la risposta può essere una sola. "Io credo – ha concluso il curatore – che per restituire una vera immagine del mondo del lavoro servano molte immagini. Una singola fotografia può essere una fotografia meravigliosa, ma non può raccontare tutta la storia. E’ come una bandiera che si può sventolare, ma da sola non può raccontare tutti i processi che intervengono nel lavoro".
La mostra al MAST, che occupa tutti gli spazi espositivi del museo, resta aperta fino al 22 maggio.