Milano, 3 apr. (askanews) – Sta suscitando un vespaio di polemiche lo scandalo intercettazioni – rivelato da un’inchiesta del quotidiano "Domani" firmata da Andrea Palladino – che ha portato alla luce decine d’intercettazioni di giornalisti italiani da parte degli inquirenti della procura di Trapani, impegnati in indagini sulle Ong e il flusso di migranti dalla Libia.
Negli atti sarebbero finiti anche i nomi delle fonti, dei contatti e i rapporti personali dei cronisti, in palese violazione della tutela del segreto professionale.
Non solo, sarebbero stati anche monitorati tutti gli spostamenti dei cronisti che seguivano per lavoro i flussi migratori dalla Libia verso l’Europa e i loro incontri con le fonti in loco.
Fra i giornalisti intercettati ci sarebbero i cronisti di Avvenire, Radio Radicale, Il Fatto Quotidiano e la reporter Francesca Mannocchi, autrice di inchieste sulla Libia. Fausto Biloslavo, del Giornale e Claudia Di Pasquale, di Report. Il caso più eclatante – scrive il "Domani" – riguarda Nancy Porsia, giornalista esperta di Libia, intercettata anche mentre parlava al telefono con il suo legale Alessandra Ballerini che è anche l’avvocato della famiglia di Giulio Regeni.
Unanime e bipartisan la condanna di questa violazione della libertà di stampa da parte del mondo politico che ha chiesto di fare chiarezza sulla vicenda.
Dal canto suo, l’Ordine dei giornalisti ha espresso solidarietà ai cronisti coinvolti. "Tutte le iniziative a tutela del segreto professionale saranno valutate nelle sedi competenti – ha spiegato in una nota il presidente, Carlo Verna – l’Ordine Nazionale dei Giornalisti segue con attenzione la vicenda… Ai colleghi la piena vicinanza e solidarietà per un ‘attività investigativa che ha impattato oggettivamente su fonti professionali".