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Giornata del teatro, il corpo effimero e totale di Virgilio Sieni

Milano, 27 mar. (askanews) – Un omaggio al corpo, al gesto, alla presenza fisica, nella giornata mondiale del teatro: per questo 27 marzo abbiamo pensato a Virgilio Sieni, il coreografo toscano che da sempre lavora sulla costruzione profonda dell’atto di muoversi e danzare, coinvolgendo spesso le comunità, operazione che in quest’epoca di pandemia assume sempre più rilevanza.

Indimenticabile, tra i suoi tanti lavori, la messa in scena in Biennale del Vangelo secondo Matteo, realizzata con danzatori non professionisti capaci di portare la dimensione tipica del palco in uno spazio condiviso, pubblico, esteso fino a raggiungere ciascuno di noi.

Sei anni fa, in Fondazione Prada, Sieni aveva portato il suo Atlante del gesto, ricostruendo, in uno spazio profondamente museale, una dimensione più ampia, che oltre a coinvolgere spingeva anche altrove, in territori, propri dell’arte performativa, che sono per definizione complessi.

"Il perdersi – ci aveva detto Sieni in quell’occasione – fa parte di uno stare al mondo attraverso anche il senso dell’abbandono, ossia riuscire a non possedere quello che viene elaborato dal corpo. Noi lavoriamo in un’arte effimera, l’arte visiva tende a creare un prodotto, il corpo una volta fatto lo spettacolo, il giorno dopo, soprattutto qui in Fondazione, è già tutto un’altra cosa".

Forse questo pensiero, di un effimero che si rinnova continuamente nella prossemica, anche nel quotidiano, è il migliore auspicio per questa Giornata mondiale del teatro.

Redazione

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