Milano, 28 dic. (askanews) – Un non festival per il pubblico che non parteciperà, ma che vuole comunque, con la forza della metafora concettuale, ma anche dell’ironia, ricordare e sostenere tutte quelle manifestazioni culturali che il 2020 devastato dal Covid ha visto quasi sempre annullate o cancellate. Il 32 dicembre, da mezzanotte alle 6, è dunque fissato l’appuntamento con Il Festival Che Non Ci Sarà.
"Il progetto – ha spiegato ad askanews Andrea Amichetti, ideatore e direttore artistico del festival – è nato dal nostro lavoro, noi con Zero ci occupiamo di eventi, questi festival sono nostri partner e invece che forzare, dire cosa ci mancava, ululare e protestare, abbiamo pensato di chiedere a tutti di immaginarsi qualcosa che non c’è".
Il potere dell’immaginazione è al centro del Festival, e soprattutto pone le basi per quello che immaginiamo possa essere il futuro della cultura dal vivo. Ma cosa ci sarà dopo?
"Tutto. Perché l’immaginazione – ci ha risposto il direttore – fa stare insieme, fa stare da soli, apre un mondo immenso davanti a noi. Io penso che tutto quello che è la cultura, l’intrattenimento, hanno bisogno in questo momento di gesti decisi, ma gentili e ci immaginiamo dopo tante persone che facciano comunità tra di loro e si aiutino, partendo anche da poche cose".
Il palinsesto della manifestazione sarà composto proprio da queste forze vive della creazione artistica contemporanea – festival, enti, associazioni – alle quali andranno i proventi dell’operazione.
"Si aiutano poi tutti i festival, ma si aiuta ognuno di noi – ha concluso Andrea Amichetti -. Perché tu ti immagini di andare a sentire tutte quelle persone che suonano o che recitano, ti immagini un festival he non c’è, che probabilmente ci sarà un giorno".
Un giorno che, speriamo, non sia troppo lontano.
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