Adriano è morto una fredda domenica di gennaio, mentre consegnava l’ultimo pasto. Ha avuto un malore mentre cercava di mettere in moto la macchina guasta. Adriano non era un fattorino ma un pianista jazz che insieme al fratello aveva messo su un’orchestra swing piuttosto nota negli ambienti. "Dopo le chiusure per il virus ha sofferto di depressione", spiega il fratello Emanuele. "Gli artisti sono abituati a esprimersi e farlo con un pubblico, per lui era vitale. Ha iniziato a fare consegne con un gruppo di amici per voglia di socialità", racconta. Mentre mostra orgoglioso gli strumenti del mestiere, nel garage dove si esercitava con Adriano, Emanuele spiega come l’ultimo anno abbia cambiato tutto nel mondo dello spettacolo, con centinaia di musicisti rimasti a casa senza alcun aiuto, a causa delle specifiche restrizioni previste in fase di erogazione dei contributi. "Adesso è ora che qualcuno si faccia un esame di coscienza. Non è una questione economica ma psicologica" dice Emanuele.
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