"Andate in pace". Le ultime parole della messa celebrata da Papa Francesco ad Erbil hanno un valore enorme, che va oltre la classica formula di rito.
Dopo aver attraversato le rovine della chiesa di Mosul trasformata in prigione dall’Isis, aver incontrato la gente di Qaraqosh (la più grande comunità cristiana dell’Iraq), e aver visto le sculture sacre sfregiate dai miliziani del Daesh nella principale cattedrale del Paese che bruciarono nel 2017, il viaggio del Santo Padre termina nello stadio della "capitale" del Kurdistan iracheno, davanti a 10mila persone che ballano e cantano come al concerto di una pop star. Sul palco, protetta da una teca trasparente, c’è la Madonna di Karemlash a cui l’Isis aveva tagliato la testa e le mani. Un architetto l’ha restaurata lasciando ben visibili i segni al collo e alle mani, come ricordo del male inferto dai jihadisti. Lo abbiamo incontrato mentre lavorava alla statua all’interno del cantiere di un ristorante in costruzione. Pochi giorni prima che arrivasse sul palco accanto a Bergoglio.
Servizio di: Salvatore Garzillo
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