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In carcere durante l’anno del Covid, ex detenuto racconta: “Lo Stato ci ha abbandonati”

A quasi un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19, la situazione delle carceri italiane rimane drammatica. Mentre gli altri settori della società hanno cercato di riadattarsi, all’interno degli istituti penitenziari quasi nulla è cambiato dal marzo 2020: i detenuti hanno dovuto rinunciare a tutte quelle attività che prevedevano l’ingresso di volontari e personale dall’esterno. Così, come racconta a Fanpage.it la dottoressa Luisa Ravagnani, la garante dei detenuti di Brescia, "dal non avere uno spazio libero durante la giornata [dei detenuti], ci si è trovati di colpo a non avere uno spazio pieno". Tra le tante attività cancellate anche i corsi professionali: non è potuto partire neanche quello che Ciro Di Maio, pizzaiolo titolare della pizzeria "Pizza madre" di Brescia, aveva concordato con la garante dei detenuti. Amedeo, che è stato nel carcere di San Vittore di Milano fino a metà ottobre 2020, descrive i mesi del Covid in reclusione, senza vedere familiari e senza le attività che seguiva prima del Covid.

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Redazione

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