Milano, 29 dic. (askanews) – La dicotomia tra la spensieratezza e depressione. La festa che invece di mettere allegria sottolinea ulteriormente l’isolamento dell’individuo. Concetti estremamente attuali che in "Marry Liseberg" nuovo progetto artistico di Chiara Dynys, conoscono una dimensione nuova, con colori accecanti su certi particolari che ci portano ad acuire lo straniamento e a sentire fortemente la solitudine che durante queste feste colpisce crudelmente chi è già in difficoltà e chi è già solo.
Dynys si era già concentrata su questo parco di divertimenti svedese, in un progetto esposto al Mattatoio e prima ancora da Cortesi a Lugano.
"Ho trovato un grande numero di rifugiati che avevano in questo luogo quasi un punto di accoglienza e di aggregazione. Questi cieli cupi, anche d’estate, questi cieli freddi, e questi grandi ottovolanti, giostre molto sofisticate, frequentate da ragazzini e da ragazzi, che in un posto completamente estraneo a quelle che sono le loro abitudini e origini, trovavano un momento di gioia e di stare insieme".
Ma la gioia in un luogo estraneo è una una gioia di plastica.
"Questo posto l’ho poi rivisto durante le feste natalizie completamente trasformato. Con colori accecanti. Con luci fluorescenti. Con paesaggi completamente diversi e qua ho trovato ancora di più un set quasi da film giallo. E ho trovato ancora di più questa falsa allegria e questo tentativo, anche da parte di questa gente di integrarsi in un luogo che per tanti motivi non gli appartiene. Soprattutto dal punto di vista climatico. E poi anche l’idea di questa allegria vissuta nella grande solitudine, nel grande isolamento e nell’impossibilità dell’integrazione. Direi che mi ha fatto sentire questo gelo ancora più presente".
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