Roma, 8 apr. (askanews) – Il Mediterraneo allargato offre nuove e ancora inesplorate potenzialità di collaborazione tra le sponde di Europa e Africa, di Italia e Marocco. Il Paese, infatti, si offre come ponte stabile e innovativo per l’approdo nel Continente africano per le imprese italiane. L’internazionalizzazione passa anche attraverso la creazione di relazioni forti e la formazione della forza lavoro. In questo contesto si colloca il dialogo tra il Marocco e l’associazione datoriale Cifa, che rappresenta migliaia di aziende italiane interessate ai mercati esteri del bacino del Mediterraneo. Cifa si avvale della collaborazione di Fonarcom, il fondo interprofessionale per la formazione continua dei lavoratori costituito insieme a Confsal.
Il fondo, infatti, finanzia attraverso voucher la formazione per migliorare competenze linguistiche e tecniche e conoscenze culturali. Un’opportunità da sfruttare per le imprese italiane, ha spiegato Andrea Cafà, presidente di Cifa e Fonarcom: "Oggi ho incontrato l’ambasciatore del Marocco e gli ho manifestato l’interesse delle aziende Cifa a voler incontrare gli imprenditori del Marocco per iniziere forti relazioni. Tra gli obiettivi del Recovery fund c’è lo sviluppo del Mezzogiorno del nostro Paese, la costruzione di una forte area mediterranea. Come parte sociale Cifa siamo impegnati nel costruire un dialogo, nel cercare di creare opportunità di incontro e di condivisione di progetti tra imprenditori italiani e marocchini affinchè lo sviluppo possa portare benssere e pace e soprattuto una forte area del Mediterraneo".
Il Marocco lavora da anni per porre nuove basi a un futuro comune sulle sponde del Mediterraneo e offre una piattaforma idonea per l’internazionalizzazione in particolare per l’Italia, con cui esistono rapporti di alto livello anche grazie all’accordo di partenariato strategico firmato a novembre 2019, ha spiegato l’ambasciatore del Marocco in Italia Youssef Balla.
"Fra Marocco e Italia ci sono rapporti storici secolari, più che eccellenti a tutti i livelli, culturali, economici politici e anche umani. Non dobbiamo dimenticare che c’è una comunità marocchina in Italia che fa da ponte tra i due Paesi. Questa comunità si distingue per il fatto che è fra quelle più dinamiche econonomicamente, e il 20% di questa comunità ha un’attività imprenditoriale".
Una collaborazione che riguarda in particolare l’area del Mezzogiorno, ha aggiunto Balla: "In particolare le Regioni meridionali d’Italia che possono giocare un ruolo di ponte grazie a un patrimonio storico comune con queste regioni che possono essere davvero un ponte per una nuova politica mediterranea".