Roma, 19 feb. (askanews) – Sono quelle figure che ci accompagnano e ci forniscono assistenza sanitaria, in ospedale e fuori: medici, infermieri, farmacisti, psicologi, ma anche assistenti sociali e volontari. E’ il mondo delle professioni sanitarie e sociali che il 20 febbraio celebrano la loro Giornata Nazionale.
Le professioni sanitarie sono 30, tutte regolamentate, e fanno capo al Ministero della Salute. Le professioni sociali, invece, fanno riferimento anche ad altri Ministeri. Per tutti un’unica via: quella della prevenzione.
Come spiega Alessandro Beux presidente della Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione: "Il sistema sanitario ideale più che quello in grado di rispondere ai bisogni di salute della popolazione è quello che lavora in termini di prevenzione, per evitare che la popolazione manifesti bisogni di salute perché la popolazione è in salute. Ecco, se questo ragionamento tiene, dovrebbe essere chiaro come le professioni che operano in ambito sociale e quindi quelli che lavorano nel contesto sociale dove ci sono le cosiddette determinanti della Salute sono inevitabilmente anche loro, pur non essendo definite professioni sanitarie, coinvolte e responsabili anche in termini attivi non solo di presa in carico ma anche di promozione della salute delle persone".
Un percorso che punta a prendere in carico il paziente prima ancora che diventi tale: "Questa è la vera sfida se vogliamo chiamarla in termini di capacità di cogliere appieno il messaggio che la pandemia ci ha consegnato come sempre è successo nella storia, queste consapevolezze erano già profondamente radicata in alcuni soggetti particolarmente colti, particolarmente sensibili e particolarmente lungimiranti che da decenni puntano sulla prevenzione, sul territorio, sul domicilio più che sulla cura della patologia all’interno di strutture mastodontiche fortemente tecnologicizzate come possono essere gli ospedali. Ora ci arriva tutta la società ci arrivano tutti gli operatori socio sanitari, ci arriva la politica, ci arrivano le istituzioni e ci arrivano anche gli individui. La migliore sanità è quella che arriva a determinare una società che non ha più così tanto bisogno di lei perché il contesto ha fatto una buona opera di prevenzione".
Un impegno che ha visto uomini e donne della salute in prima linea in questi mesi di pandemia: "La cosa più difficile è stata certamente quella di reggere l’urto. La giornata nazionale del personale sanitario o socio sanitario e socio-assistenziale del volontariato vuole proprio riconoscere a tutte queste donne e a tutti questi uomini il giusto merito che a loro va riconosciuto per aver retto in una situazione in cui è stato oggettivamente molto difficile farlo e nessuno ha arretrato. Nessuno".
Ma la Giornata è anche l’occasione per avere un colloquio diretto con le Istituzioni: "per chiedere che sia riconosciuto ciò che da tempo le professioni socio-sanitarie richiedevano senza che le istituzioni riconoscessero loro la giusta attenzione, la giusta importanza e il giusto merito. Il messaggio è unico e ha due facce. La prima è la campagna vaccinale: sostenere quanto più rapidamente ed efficacemente possibile la campagna vaccinale perché questo al momento è l’unico strumento davvero efficace che abbiamo in termini proattivi, non in difesa ma all’attacco, facendo un parallelismo sportivo, e dall’altra invece un appello ai singoli individui, alla cittadinanza tutta, affinchè rispettino nel modo più rigoroso le regole che vengono fornite dalle Istituzioni governative sanitarie".