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La perizia psichiatrica di Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta di suo figlio Thiago, con 37 coltellate. Ha ucciso perfettamente consapevole di quanto stava facendo, la psichiatra Ilaria Rossetti nominata dalla procura ha parlato di "rabbia fredda che porta ad avere lucidità e linearità nelle azioni con presenza di nessi causali cristallini”.

Gli psichiatri Rocca-Ciliberti nella relazione finale lo descrivono come una personalità che ha “tratti narcisistici e psicopatici” che non sfociano mai in un disturbo psichiatrico vero e proprio. "Non ci sono disturbi né psichiatrici, né di personalità, nella sua narrazione, lui mantiene sempre il senso di realtà ed è lucido sia nella fase precedente che successiva del delitto”, hanno spiegato gli esperti. Rocca e Ciliberti ribadiscono questa differenza fra tratto e patologia che tratteggia il confine tra apparente normalità e malattia: non ci sono in Impagnatiello disturbi di personalità, ci sono tratti psicopatici e narcisisti.

“Un tratto diventa disturbo quando incide sul comportamento quotidiano". Ancora i periti nella definizione di tratto: “Il disturbo porta con sé una irritabilità costante, con esplosioni di rabbia. Mentre in Impagnatiello questo disturbo non c’era come non c’era l’inclinazione psicotica”. Rispondendo in aula alle domande della pm Alessia Menegazzo, i periti hanno parlato di una “scarsa risonanza emotiva” in lui e di una “emotività vissuta in modo freddo”, pur non avendo alcun disturbo.

Di Anna Giorgi✍️

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