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La protesta del gioco legale, 150mila addetti a rischio

Roma, 19 feb. (askanews) – I lavoratori del gioco legale sono scesi in piazza, a Roma e Milano, rivolgendo un appello al premier Mario Draghi per poter riaprire in sicurezza nelle zone gialle sale scommesse, bingo e ricevitorie. Fermi ormai da sette mesi, i circa 150mila lavoratori ed esercenti del settore lamentano difficoltà economiche. La chiusura degli esercizi regolati da concessioni statali ha determinato anche mancate entrate per le casse erariali stimate lo scorso anno in 5 miliardi in meno rispetto al 2019 e una ripresa del fenomeno del totonero.

In una lettera aperta a Draghi i lavoratori chiedono maggiore attenzione per un comparto vitale dell’economia, spiega Riccardo Sozzi, portavoce dell’associazione temporanea d’impresa Gioco Legale.

Riccardo Sozzi, portavoce Ati: "Chiediamo al governo, alle istituzioni, un attenzione a questo comparto che lavora per lo Stato sulla base di concessioni, autorizzazioni statali – dice – che si è dotato di protocolli di sicurezza rigidi nel pieno rispetto delle normative. Chiediamo semplicemente di poter riaprire le nostre attività. Garantiamo un presidio di legalità e controllo sul territorio per conto dello Stato. Ritornare ai tempi bui del totonero è veramente anacronistico".

Ai manifestanti è arrivato il sostegno bipartisan dei partiti. A partire dai deputati di Forza Italia, Giorgio Mulè, e Lega, Benedetta Fiorini: "E’ una partita in cui perdono tutti – spiega Mulè – perde la società, perde lo Stato, perde la legalità. Di fronte a un 3-0 secco lo Stato ha il dovere di reagire e trovare le forme in cui il gioco legale possa ricominciare con le restrizioni necessarie, i controlli. Viceversa significa darla vinta a chi prospera nell’illegalità".

Fiorini invece sottolinea che "non possono esistere lavoratori di serie A e di serie B. Oggi più che mai bisogna dare risposte concrete e veloci. Chiediamo al Governo un cambio di passo e siamo sicuri e certi che ci sarà".

Il senatore del Pd, Franco Mirabelli, è però più cauto sulle riaperture: "La verità è che oggi non siamo in grado di dire quando si potrà riaprire – afferma – perché tutti gli esercizi pubblici sono sottoposti a delle decisioni che devono essere valutate sulla base della pandemia. Prima di tutto viene la salute".

Gli operatori del gioco legale non si arrendono e affidano le proprie speranze al nuovo governo: "La forza è nata da uno scambio di energie, da quella speranza nel combattere e non rimanere a casa a morire".

Redazione

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