Milano, 29 mar. (askanews) – Dall’inizio della pandemia (1 marzo 2020) al 28 febbraio di quest’anno sono stati creati circa 300mila posti di lavoro in meno rispetto ai dodici mesi precedenti. E’ quanto riferisce una nota congiunta di ministero del Lavoro e Banca d’Italia sulla base delle comunicazioni obbligatorie.
Dopo il punto di minimo raggiunto a metà giugno (quasi 600mila posti di lavoro in meno) è stata poi recuperata circa la metà del divario.
La pandemia ha fortemente rallentato la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato. Per questa tipologia di contratto le attivazioni nette cumulate sui dodici mesi sono però rimaste positive e pari a 259mila. Su questa tendenza hanno inciso il blocco dei licenziamenti e la dinamica delle trasformazioni registrate alla fine dello scorso anno, sostenute dagli incentivi introdotti dal decreto agosto.
Secondo i dati comunicati da ministero del Lavoro e Banca d’Italia con la pandemia si è aggravato il divario tra occupazione maschile e femminile. A fine febbraio le posizioni lavorative occupate da donne risultano 76mila in meno rispetto a un anno prima. Quelle occupate da uomini sono invece 44mila in più.