Rivolto (Ud), 1 mar. (askanews) – La Pattuglia acrobatica nazionale dell’Aeronautica Militare italiana, meglio conosciuta come "Frecce Tricolori" compie 60 anni. Da sempre è uno dei più importanti simboli dell’eccellenza Made in Italy nel mondo.
Il primo marzo del 1961, provenienti da Grosseto, atterrarono a Rivolto (Udine) i primi 6 F-86E "Sabre" del neo-costituito 313esimo gruppo addestramento acrobatico che raccoglieva e sintetizzava in un’unica pattuglia aerea l’eredità di precedenti gruppi acrobatici nati nei diversi reparti da caccia dell’Arma azzurra: tra cui i Diavoli rossi, i Lancieri neri e i Getti tonanti. Ad attenderli a terra il loro primo comandante, il maggiore Mario Squarcina.
Era il compimento di un percorso iniziato alla fine negli anni ’20 con le prime esibizioni dei biplani Fiat Cr-20 nei cieli di Campoformido, la vera culla dell’acrobazia aerea collettiva italiana, che oggi trova la sua massima espressione nelle Frecce Tricolori, unica pattuglia al mondo a volare con una formazione di 10 velivoli (9 più il solista).
Acrobazia nata come manovre di combattimento aereo ma perfezionatasi nel tempo fino a diventare una vera e propria sintesi di abilità, tecniche e tecnologiche.
Sono trascorsi 60 anni da quel giorno e, oggi come allora, le Frecce Tricolori hanno l orgoglio di rappresentare i valori, la tecnologia, la competenze e la capacità di fare squadra dell intera Aeronautica Militare; 60 anni in cui le Frecce hanno portato i colori italiani in 48 Paesi di tutto il mondo. Un simbolo di italianità e dell espressione delle capacità dell industria nazionale e di tutto il Sistema Paese.
Il 60esimo anniversario, tuttavia, cade in un momento particolarmente difficile, a causa della pandemia di Covid-19 in corso ma anche in questo periodo drammatico la Pattuglia Acrobatica Nazionale non ha fatto mancare il suo sostegno al Paese con lo storico "abbraccio tricolore"; il sorvolo di tutti i capoluoghi di regione italiani culminata con il sorvolo della città di Roma nel giorno del 2 giugno – Festa della Repubblica.
I piloti delle Frecce tricolori, oggi al comando del tenente colonnello Gaetano Farina, Pony 0 con il maggiore Stefano Vit come capoformazione, Pony 1 sono tutti piloti da caccia dell’Aeronautica, selezionati non solo per le loro abilità tecniche ma anche per la capacità di fare squadra e lavorare in gruppo. L’acrobazia aerea collettiva, infatti, con 10 aerei che volano ala contro ala è pochi metri di distanza è una continua e totale dimostrazione di fiducia reciproca che comincia a terra e si concretizza in volo, con passaggi e incroci mozzafiato. A supportarli a terra una eccezionale squadra di uomini e donne in uniforme azzurra, senza il cui lavoro le Frecce non sarebbero quello che sono.
Gli aerei su cui vola oggi la Pan sono gli Mb339 Pan che hanno sostituito nel primi anni ’80 i gloriosi G-91 e a breve, a loro volta, saranno sostituiti dai nuovi T-345 di Leonardo.
In questi 60 anni di successi e riconoscimenti, non sono mancati momenti difficili, tra cui la tragedia di Ramstein in Germania ma le Frecce hanno sempre saputo reagire, rialzando la testa e tornando ogni volta a essere tra le migliori pattuglie aere del mondo.
Una curiosità, il nominativo dei piloti, Pony, deriva dal cavallino rampante di Francesco Baracca, dipinto sulla fusoliera dei primi "Sabre" della pattuglia, giunti a Rivolto dalla 4a Aerobrigata di Grosseto di cui era – ed è ancora oggi – il simbolo.
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