Roma, 13 feb. (askanews) – Eccole le donne del governo Draghi, 8 in tutto su 23. Solo un terzo dell’esecutivo nonostante gli appelli alla parità di genere dei giorni scorsi. E di loro, solo tre hanno ministeri con portafoglio: le tecniche Luciana Lamorgese confermata agli Interni, e Marta Cartabia già prima presidente donna della Corte costituzionale, alla Giustizia. La terza è Cristina Messa all’Università, medica, già rettrice della Milano-Bicocca.
Le altre ministre sono tutte politiche; due da Forza Italia, tornano al governo a fianco di Renato Brunetta Mara Carfagna, al Sud e alla Coesione, e Maria Stella Gelmini alle Autonomie.
Donna anche una dei tre ministri della Lega: Erika Stefani alla Disabilità, già ministra nel Conte I agli Affari Regionali.
Elena Bonetti riconfermata alle Pari Opportunità e alla famiglia, ministeri che restano accorpati, è l’unica componente di Italia Viva al governo. Confermata anche Fabiana Dadone di M5s: passa però dalla Pubblica amministrazione alle politiche giovanili.
E il Partito Democratico? Zero donne. I tre dem nell’esecutivo Draghi sono Dario Franceschini, Andrea Orlando e Lorenzo Guerini. Confermato alla Sanità, Roberto Speranza è l’unico ministro di Liberi e uguali: dunque non è a sinistra che si trovano le ministre.
Il segretario PD Nicola Zingaretti lascia però intendere che non era possibile fare altrimenti, e ribadisce la centralità della differenza di genere come cuore della ricostruzione italiana. Farò di tutto scrive su Facebook pur nel rispetto dei ruoli perché si realizzi nel completamento della squadra di governo, insomma fra i sottosegretari. Protesta in una lunga nota la Conferenza delle donne democratiche parlando di una "battaglia da fare". Diverse notazioni indignate dalle colleghe di partito, e riassume la deputata Giuditta Pini: "Per il women new deal c’è tempo compagne, oggi no, domani neanche, dopodomani sicuramente, lo metteremo in un ordine del giorno".
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