Roma, 9 apr. (askanews) – Una vita che ha definito il ruolo della monarchia britannica; con Filippo d’Edimburgo se ne va davvero un’epoca, insieme all’uomo che i suoi nipoti definiscono "una leggenda". Lo descrive in questa intervista uno dei massimi esperti reali, Phil Dampier: giornalista già corrispondente per il quotidiano The Sun, autore di numerosi libri sulla famiglia di Buckingham Palace.
"Per 65 anni Filippo è stato a fianco della regina, a volte diversi passi indietro; l’opera della sua vita è stata sostenerla. Credo che lei stessa direbbe che senza di lui non avrebbe potuto avere questo regno lunghissimo" afferma Dampier. "La gente dimentica che lui ed Elisabetta erano imparentati: cugini di terzo grado, discendenti diretti della regina Vittoria. Si conoscevano fin da piccoli, la regina lo vide per la prima volta quando lei aveva otto anni e lui tredici. Poi si rividero quando Elisabetta visitò il Dartmouth Naval College coi genitori, e lui le fece da scorta per la giornata. Si dice che per lei fu amore a prima vista".
"Filippo ha vissuto dappertutto, soprattutto da bambino. Questo gli ha dato una forza interiore che gli è servita per tutta la vita. Da piccolo non vide molto i genitori; era stato cresciuto da una serie di parenti, un’esperienza che lo rese autonomo e indipendente. Era celebre per le sue gaffe. Le chiamavano gaffe, ma credo che per lo più cercasse di rompere il ghiaccio e mettere la gente a suo agio. Alcuni sono molto nervosi quando incontrano i membri della Casa Reale, e cercava di farli ridere. A volte funzionava a volte no, e a volte qualcuno si sentiva insultato, ma per lo più non credo che avesse intenzione di offendere".
"Il suo lascito? Prima di tutto il programma Duke of Edinburgh, che ha aiutato milioni di persone in tutto il mondo. E poi il suo lavoro per il WWF, e il modo in cui ha sottolineato i problemi del sovrappopolamento e dell’ambiente" conclude Dampier.