Milano, 3 mar. (askanews) – Usa e Ue impongono sanzioni alla Russia per quello che viene descritto come il tentativo di Mosca di avvelenare il leader dell’opposizione Alexei Navalny con un agente nervino lo scorso anno. Da parte di Washington è la sfida più diretta del presidente Joe Biden al Cremlino.
Le sanzioni contro sette alti funzionari russi, tra cui il capo del suo servizio di sicurezza dell’FSB, e su 14 entità segnano un netto allontanamento dalla riluttanza dell’ex presidente Donald Trump ad affrontare il presidente russo Vladimir Putin. Biden, tuttavia, non colpisce direttamente con tali misure lo stesso Putin.
L’amministrazione Usa si è coordinata con l’Unione europea. Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno condiviso le preoccupazioni per "l’approfondimento dell’autoritarismo della Russia", ha affermato il segretario di Stato Antony Blinken. "Il governo degli Stati Uniti ha esercitato la sua autorità per inviare un chiaro segnale che l’uso da parte della Russia di armi chimiche e l’abuso dei diritti umani hanno gravi conseguenze", ha detto Blinken in una dichiarazione.
Ferma la replica di Mosca. "Tutto questo è solo una scusa per continuare a interferire apertamente nei nostri affari interni", ha detto Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo. "Non intendiamo tollerarlo. Risponderemo in base al principio di reciprocità, ma non necessariamente in modo simmetrico". Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva già specificato che Mosca risponderà.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio a cura di Alessandra Franco
Immagini Afp/askanews
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