21 maggio 1981 – Il Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani rende pubblica la lista degli appartenenti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, che tra gli altri comprende i nominativi di 2 suoi ministri e di 5 sottosegretari.
La Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Tina Anselmi concluderà il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria “organizzazione criminale” ed “eversiva”.
Il governo Forlani cade in seguito allo scandalo. Alla loggia P2 erano iscritti personaggi tra i più in vista ed in posti chiave del Paese: parlamentari, imprenditori, banchieri, faccendieri, militari, uomini dei Servizi, giornalisti, dirigenti. Ecco un elenco di alcuni tra i più importanti:
• Michele Sindona, banchiere legato a Cosa Nostra sia di Palermo che di New York, mandante dell’omicidio Ambrosoli, avvelenato in carcere
• Roberto Calvi, il “banchiere di Dio”, presidente del Banco Ambrosiano, collegato a Pippo Calò e alla Banda della Magliana, trovato impiccato sotto un ponte a Londra
• Francesco Cosentino, fedelissimo di Andreotti, coinvolto nello scandalo Lockheed, sospettato di legami con Camorra e Cosa Nostra, e di aver commissionato l’omicidio Dalla Chiesa
• Franco Foschi, Ministro del lavoro con Forlani e nel precedente governo Cossiga
• Enrico Manca, craxiano, Ministro del commercio nel governo Forlani. In sede processuale, dove era assistito da Cesare Previti, non si è potuta dimostrare una sua adesione attiva alla Loggia
• Gaetano Stammati, 5 volte Ministro (Finanze, Lavori Pubblici, Tesoro, Commercio con l’estero), ritiratosi dalla politica in seguito alla vicenda P2
• Pietro Longo, segretario del PSDI, Ministro del bilancio nel futuro primo governo Craxi
• Luigi Mariotti, precedentemente 4 volte Ministro della Sanità e una Ministro dei trasporti
• Vincenzo Carollo, ex presidente della Regione Siciliana
• Massimiliano Cencelli, noto per il cosiddetto “Manuale Cencelli” sulla spartizione delle cariche tra partiti, poi collaboratore del San Raffaele e di Nicola Mancino
• Vito Miceli, capo del SID e implicato nel Golpe Borghese
• Ambrogio Viviani, capo del SISMI, poi deputato del Partito Radicale
• Antonio Labruna, agente condannato per depistaggio nell’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana
• Pietro Musumeci, generale condannato per depistaggio nelle indagini sulla strage di Bologna (Zeta in “Romanzo Criminale” di De Cataldo)
• Luigi Bisignani, faccendiere, condannato nell’inchiesta Enimont, coinvolto nell’inchiesta “P4”, a tutt’oggi ritenuto uno degli uomini più potenti d’Italia
• Silvio Berlusconi
• Fabrizio Cicchitto, dimissionario dal PSI per la vicenda, rientrato in politica nell’87, oggi editorialista di Libero
• Rolando Picchioni, oggi nel PD piemontese, recentemente accusato di peculato in qualità di ex presidente della Fondazione che gestisce il Salone del Libro di Torino
• Duilio Poggiolini, successivamente Direttore del servizio farmaceutico nazionale, coinvolto in Tangentopoli e condannato per corruzione e concussione
• Giorgio Mazzanti, ex presidente ENI coinvolto nello scandalo ENI-Petromin
• Angelo Rizzoli, il noto editore che cedette il controllo del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera a Gelli e a Calvi
• Artemio Franchi, presidente FIGC e UEFA
• Maurizio Costanzo
• Roberto Gervaso
• Vittorio Emanuele di Savoia
A detta della vedova Calvi e di varie altre testimonianze, Giulio Andreotti sarebbe stato il vero capo della loggia, e Francesco Cosentino il suo vice. Andreotti smentì di conoscere Gelli fino alla pubblicazione di una foto che li ritraeva insieme.
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