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Lombardia in zona gialla, torna il pranzo al ristorante: “Limitiamo i danni più che guadagnare”

Con il rientro della Lombardia in zona gialla bar e ristoranti hanno ripreso il servizio al tavolo. Dopo mesi difficili in cui erano consentiti solo l’asporto e le consegne a domicilio, per le attività lombarde è una vera e propria boccata d’ossigeno. A Milano abbiamo incontrato alcuni ristoratori che ci raccontano le speranze e la gioia di questa prima giornata di lavoro con i clienti che si sono seduti per mangiare. "Speriamo di vedere una giusta affluenza, cercando di rispettare i distanziamenti per poter continuare a lavorare costantemente tutti i giorni", confida Emanuele Pappalardo, del ristorante "Donna Titina". Mentre Clarissa Barcovich, titolare de "La Rava e la fava", spiega: "C’è qualche prenotazione, ma non mi immagino una mole di lavoro troppo grande perché comunque tantissimi continuano a lavorare da casa". La ristoratrice punta il dito sulla confusione che ha accompagnato il passaggio di fascia: "Venerdì sera quando è stata data la notizia della zona gialla avevo già una trentina di prenotazioni per domenica". I mesi appena trascorsi sono stati "molto difficili – aggiunge Pappalardo -: gli aiuti dallo Stato ci sono ma sono pochi e non ci servono a poter andare avanti. Per ora cerchiamo di limitare i danni più che guadagnare".

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