Il cinema italiano della seconda metà del secolo scorso ci ha regalato dei meravigliosi esordi che sono rimasti impressi nella memoria del pubblico e nei testi tecnici: “I pugni in tasca” di Bellocchio, “Accattone” di Pasolini, “I basilischi” della Wertmuller, sono tutte opere create da esordienti.
Ed esordiente era Dario Argento quando nel 1969 iniziò a girare il film “L’uccello dalle piume di cristallo” tratto dal racconto di Frederic Brown “The Screaming Mimi” che era uscito in Italia nei gialli Mondadori diversi anni prima con il titolo “La statua che urla”.
Era stato Bernardo Bertolucci ad incaricare Dario Argento di tirar fuori dal romanzo di Brown un film; Argento era un giovane critico cinematografico che aveva collaborato con Leone alla sceneggiatura di “C’era una volta il west”.
E Dario Argento usò il romanzo come traccia cambiandone però parecchi elementi e inventando da zero un nuovo genere con una cifra stilistica originale che sarebbe poi stata imitata da numerosissimi autori nel decennio successivo.
Il direttore della fotografia era Vittorio Storaro, che giocando su luci e ombre, sull’assenza di luminosità e sulle prospettive distorte, tentò di ispirarsi al post espressionismo del cinema tedesco.
Il particolare montaggio teso a creare aspettative nelle scene dei delitti, mostrando e nascondendo nello stesso tempo i dettagli, fecero il resto: era nato un nuovo genere nel cinema italiano e il giovane autore sarebbe stato il più imitato dei decenni successivi in tutto il mondo.
La trama del film non è complessa: un giovane scrittore assiste ad una scena delittuosa dall’esterno di una vetrina di un negozio, come lo spettatore stesso impotente e passivo davanti alla proiezione cinematografica. Da lì una successione di eventi lo porterà ad indagare su una sequenza di sanguinosi delitti coinvolgendolo sempre di più nelle vicende. Fino al colpo di scena finale.
Nel cast oltre al protagonista Tony Musante troviamo Enrico Maria Salerno nella parte del commissario Morosini, Eva Renzi nella parte di Monica Ranieri e il bravo Umberto Raho nella parte di Alberto Ranieri. E poi immancabilmente c’è Mario Adorf, qui nella parte del pittore pazzo Berto Consalvi.
Le musiche sono di Ennio Moricone.
Il film è consigliato ai maggiori di 14 anni.
Buona visione.