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Lunetta Savino: finalmente in Studio Battaglia un ruolo scorretto

Roma, 9 mar (askanews) – Lunetta Savino si trasforma in una avvocatessa milanese senza scrupoli nella nuova serie "Studio Battaglia", dal 15 marzo per quattro serate su Rai1. In questa fiction tutta al femminile lei è la mamma di altre due donne avvocato divorziste, interpretate da Barbora Bobulova e Miriam Dalmazio, e di una giovane romantica in procinto di sposarsi, interpretata da Marina Occhionero.

Savino racconta così questo ruolo: "Estremamente liberatorio, perché la cosa bella del fare l’attrice è poter dire e fare cose per finta, che nella vita non te la sentiresti di fare, no? Secondo me è un privilegio fantastico. Un personaggio così scorretto non mi era mai capitato e quindi mi sono molto divertita a farlo. Contenere tutta la mia meridionalità, ecco, questo è stato molto interessante e divertente per me".

Barbora Bobulova è il personaggio principale, una 40enne affermata, sempre all’altezza nel lavoro, ma ben diversa da sua madre. Mi piaceva proprio questo aspetto di Anna che cerca sempre empatia con il proprio cliente, che fa la differenza con sua madre, che invece è uno squalo, un’avvocata spietata. Invece Anna cerca sempre il buon senso, di far ragionare il proprio cliente, l’unico suo obiettivo non è distruggere l’altro".

Scritto da Lisa Nur Sultan e diretto da Simone Spada "Studio Battaglia" combina gli elementi della serie legal al racconto emotivo e sentimentale delle protagoniste, tutto condito da un’ironia molto femminile. E soprattutto, come spiega Miriam Dalmazio, pone lo sguardo su quattro donne rappresentative delle proprie generazioni.

"Abbiamo una donna, come nostra madre, che deve avere a che fare con i fallimenti, un’altra donna di 40 anni che deve un po’ tirare le somme, capire cosa ha sbagliato e cosa no, io che faccio la 34enne e sono veramente 34enne, io sento, anche di molti miei coetanei che veramente non sanno chi sono. E poi c’è la più piccola di famiglia, che secondo me ne sa più di tutti su chi vuole essere". Assolutamente sì, sono rappresentative".

Redazione

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