Milano, 9 mar. (askanews) – In Italia sono almeno 100mila i pazienti affetti da maculopatia – una patologia che colpisce la retina alterando la percezione delle immagini – che non hanno accesso alle cure. Una situazione, aggravata anche dalla pandemia di Covid-19 ancora in corso e unica a livello internazionale che, secondo gli esperti, dev’essere al più presto superata.
La Soi (Società Oftalmologica Italiana) ribadisce l’urgenza di interventi necessari per risolvere le attuali criticità, come ha ribadito il presidente, Matteo Piovella.
"L’oculistica vive una situazione molto penalizzante – ha spiegato Piovella – da una parte, ci portiamo da anni delle problematiche sulla maculopatia che, per motivi burocratici e mancate assunzioni di responsabilità, hanno messo 100mila pazienti nell’impossibilità di accedere alle cure. Questo è un rimpallo di decisioni tra Aifa e Ministero della Salute che purtroppo, Soi deve evidenziare, non tiene conto delle esigenze dei pazienti, valutando solo un risparmio di spesa che per la Soi è assolutamente irricevibile".
"Soi, responsabilmente, da 150 anni è il riferimento dell’oftalmologia italiana e non solo. Le proposte sono di dare l’evidenza scientifica e quindi allargare l’utilizzo delle terapie a tutti i 7mila medici oculisti che hanno le capacità e l’esperienza per poterlo fare. Oggi, per regole antiche e non più adatte, questa possibilità di terapeutica è limitata a sole 200 persone".
"Ma la cosa più importante che ha evidenziato quest’esperienza di 13 anni di Soi è dare un colpo di reni al sistema – ha concluso Piovella – siamo stati condizionati negli ultimi anni dal concetto di limitazione della spesa delle risorse ma questo concetto ha deragliato, perché oggi è più importante risparmiare soldi, quindi non allocare risorse dove ce n’è necessità piuttosto che curare i pazienti. Questo, negli oltre 100mila pazienti affetti da maculopatia, significa non poter accedere alle cure, perché non ci sono né organizzazione né i mezzi, e quindi andare incontro alla cecità".
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