3 maggio 1979 – Nel Regno Unito, attraversato da una profonda crisi economica e da forti tensioni sociali, le elezioni vengono vinte dai Conservatori. La leader del Partito Margaret Thatcher diventa la prima donna a guidare il governo di un Paese europeo.
DATA DI NASCITA
Martedì 13 ottobre 1925
LUOGO DI NASCITA
Grantham, Inghilterra
SEGNO ZODIACALE
Bilancia
DATA DI MORTE
Lunedì 8 aprile 2013 (87 anni)
Londra, Inghilterra
per Alzheimer
Margaret Thatcher fondò la sua politica sull’idea che “la società non esiste. Ci sono solo individui, uomini e donne, e ci sono famiglie”. La “purga thatcheriana” consistette quindi in sostanza nella deregolamentazione di lavoro e mercati del capitale, nella privatizzazione di quelle industrie nazionalizzate che lo stato britannico aveva assunto come risultato della guerra, della depressione economica e dell’ideologia socialista. Il risultato? Ha dichiarato lei stessa (e d’altronde confermano, secondo gli analisti, i dati macroeconomici):
“Abbiamo ridotto il deficit governativo e abbiamo ripagato il debito. Abbiamo fortemente tagliato la tassa sul reddito di base e anche le tasse più alte. E per far ciò abbiamo saldamente ridotto la spesa pubblica come percentuale del prodotto nazionale. Abbiamo riformato la legge sui sindacati e i regolamenti inutili. Abbiamo creato un circolo virtuoso: tirando indietro il governo abbiamo lasciato spazio al settore privato e così il settore privato ha generato più crescita, il che a sua volta ha permesso solide finanze e tasse basse“.
Il suo agire politico, insomma, si basa sull’assunto liberista che: “il governo può fare poco di buono e molto che invece fa male e quindi il campo di azione del governo deve essere tenuto al minimo” e che “è il possesso di proprietà che ha un effetto psicologico misterioso ma non per questo meno reale: il prendersi cura del proprio offre un addestramento nel divenire cittadini responsabili. Il possedere una proprietà dà all’uomo indipendenza contro un governo troppo invadente. Per la maggior parte di noi i nodi della proprietà ci costringono entro doveri che altrimenti potremmo scansare: per continuare con la metafora ci impediscono di cadere nell’emarginazione. Incoraggiare la gente ad acquistare proprietà e risparmiare è stato molto di più di un programma economico“.
È stata, infatti, “la realizzazione di un programma che ha posto termine ad una società ”basata su una sola generazione”, mettendoci al suo posto una democrazia fondata sul possesso di capitale“.
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