Roma, (askanews) – Undici rappresentanze internazionali associate, oltre mille aziende e più di 150mila dipendenti impiegati. Sono questi i numeri di Confindustria Est Europa, il network di associazioni di imprenditori italiani che operano nell area dell Europa centrorientale per sviluppare le proprie attività economiche nella regione. Un area che ha un grande potenziale per la ripresa post-Covid, sia per il posizionamento geografico che per il sostegno garantito da alcuni Paesi per il rilancio delle attività, secondo la presidente Maria Luisa Meroni.
"Bisogna cogliere le opportunità che si presentano come per esempio l’accesso ai finanziamenti del Next Generation Eu, questo sarà uno degli argomenti che darà un input alla ripresa economica. E l altro elemento di opportunità, in particolare per le piccole e medie imprese che sono il motore del nostro sistema economico, ma a cui a volte per la loro posizione geografica l’internazionalizzazione fa un po paura: c è un reshoring, un opportunità di maggiore attrazione e sviluppo in questi Paesi dell Est Europa, dove grazie allo loro posizione geografica tra Europa orientale e Balcani, la filiera si accorcia, le opportunità sono maggiori e più alla portata delle varie realtà".
La zona dei Balcani e dell Europa centrorientale, infatti, in termini di export italiano ha fatto registrare dati importanti anche durante la pandemia di coronavirus, ha spiegato la presidente Meroni, che con l azienda omonima è attiva da anni nel settore della metalmeccanica in Bulgaria.
"L’importanza dei Paesi della nostra Federazione è che insieme, la nostra macro-area nei primi nove mesi del 2020 ha esportato il doppio della Cina, 21 miliardi di export contro i 10 miliardi della Cina, quindi è un peso importante".
Un dato imponente che ha visto Polonia, Romania e Ucraina sul podio, con 11,7 miliardi, 6,2 miliardi e 1,5 miliardi di export italiano rispettivamente nel periodo tra gennaio e novembre dello scorso anno.