Nel 1972 Fernando Di Leo aveva già diretto diversi film con discreto successo e uno di questi, “I ragazzi del massacro” , era un noir tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco.
Pochi anni dopo quel film, Di Leo tornò a trarre un’altra sceneggiatura da Scerbanenco, questa volta assemblando la trama attraverso diversi racconti dello scrittore milanese di origine ucraina.
Milano Calibro 9 ha una sequenza iniziale ipnotizzante sulle note di una travolgente musica di Bacalov eseguita dagli Osanna. Si segue il percorso di un pacco di denaro, 300mila dollari, che viene passato di mano in mano tra vari corrieri, attraversando piazza Duomo, in metropolitana e infine nel bagagliaio di un’auto, dovesi scopre che nel pacco ci sono solo fogli bianchi.
Qualcuno dei corrieri ha scambiato il pacco e ha fatto sparire il malloppo.
Da lì inizia le successione di vendette feroci, sospetti, tradimenti con al centro i personaggi ben caratterizzati da Gastone Moschin, Mario Adorf, Philippe Leroy e una splendida Barbara Bouchet.
Il film di Di Leo è senza dubbio un capolavoro del genere noir-poliziesco e sarà seguito da altre due opere che andranno a formare una perfetta trilogia: “La mala ordina” sempre del ’72 e “Il Boss” dell’anno successivo.
Nella famosa sequenza iniziale ci sono due curiosità.
La prima: il regista Di Leo appare nella pellicola per pochi secondi interpretando il tizio con il giaccone di montone che occupa la cabina telefonica dalla quale deve partire la chiamata per far ritirare il pacco.
La seconda: l’uomo che vende il mangime per i piccioni in piazza Duomo e che prende in consegna il pacco per poi passarlo successivamente alla ragazza con il poncho è interpretato da Empedocle Buzzanca, caratterista del cinema italiano di quegli anni e padre di Lando Buzzanca.
Buona visione.
“Milano Calibro 9” di Fernando Di Leo
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sabato 29 Apr 2017 - 21:12