20 marzo 1986 – Nel supercarcere di Voghera viene avvelenato con un caffè al cianuro il noto banchiere Michele Sindona, che perirà due giorni più tardi.
Secondo diffuse opinioni (mai suffragate da prove concrete) l’omicidio sarebbe da imputare al senatore Giulio Andreotti, preoccupato che Sindona, non avendo più nulla da perdere dopo la sua recente condanna all’ergastolo, rivelasse indicibili segreti sui rapporti di molti politici con mafie e P2.
La morte è stata ufficialmente classificata come suicidio.
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