Milano, 3 feb. (askanews) – Dopo il colpo di stato militare le autorità birmane hanno incriminato l’ex leader Aung San Suu Kyi, accusandola di aver infranto le leggi commerciali del Myanmar. Un tribunale ha ordinato la sua detenzione preventiva per un periodo di 14 giorni, dal primo al 15 febbraio, accusandola di violare una legge sull’import/export. Intanto l’ex presidente Win Myint è accusato di aver violato la legge sulla gestione dei disastri naturali.
Un nastro rosso è il simbolo del giorno in Myanmar. Il personale di decine di ospedali in tutto il Paese ha oggi incrociato le braccia nell’ambito di una crescente campagna di disobbedienza civile, uno dei primi atti di sfida organizzati contro i militari dopo la destituzione del governo di Aung San Suu Kyi. Gli operatori sanitari di 70 ospedali e centri medici a Naypyidaw, Yangon e in altre città del Paese hanno annunciato che non intendono lavorare sotto il regime militare, accusando i generali di porre le proprie priorità al di sopra di quelle della gente comune durante la pandemia.
L’Occidente intanto condanna questa svolta di potere violenta. I ministri degli Esteri del G7 hanno condannato il colpo di stato in Myanmar: "Siamo profondamente preoccupati per la detenzione di leader politici e attivisti della società civile, tra cui il consigliere di stato Aung San Suu Kyi e il presidente Win Myint. nonchè per gli attacchi sui media locali", hanno scritto.