Roma, 16 feb. (askanews) – Una nuova incriminazione per Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari dopo il colpo di Stato militare di inizio febbraio in Myanmar. All’accusa di avere importato illegalmente walkie-talkie si aggiunge ora quella di "avere violato la legge sulla gestione dei disastri naturali". Secondo il suo partito, la Lega nazionale per la Democrazia, la vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 1991 è comunque "in buona salute" e agli arresti domiciliari.
Nel Paese, intanto, continuano le proteste. A Yangon un gruppo di giovani musicisti si esibisce in strada. Suonano con violino, trombone e strumenti a percussione il loro nuovo brano "Revolution", per incoraggiare i giovani a manifestare senza paura contro il colpo di stato militare.
Altri protestano fingendosi morti, a terra, con gli occhi bendati: "Non vogliamo essere visti come deboli". "Dobbiamo resistere per non vivere sotto una dittatura militare" dicono. Tra loro ci sono molti studenti universitari.
Per la quarta volta dal colpo di stato si è verificato un blocco di internet, un modo di spegnere il dissenso che in gran parte si coordina online. La giunta militare ha dispiegato truppe in tutto il Paese per frenare i disordini. Ma le Nazioni Unite hanno avvertito: "Il diritto di riunione pacifica deve essere pienamente rispettato". "Qualsiasi forma di risposta pesante" alle manifestazioni di piazza "potrebbe avere gravi conseguenze".