10 luglio 1976 – Nello stabilimento della società ICMESA a Seveso, in bassa Brianza, un reattore chimico destinato alla produzione di triclorofenolo (componente di diversi diserbanti) va in avaria e la temperatura sale oltre i limiti previsti.
L’esplosione del reattore viene evitata grazie all’apertura delle valvole di sicurezza, ma l’alta temperatura raggiunta provoca una massiccia formazione di diossina, una tra le sostanze chimiche più tossiche. La popolazione dei comuni colpiti, così come il resto degli italiani, viene però informata della gravità dell’evento solamente otto giorni dopo la fuoriuscita della nube; 676 persone vengono sfollate, altre 240 colpite da dermatosi provocata dal cloro.
Gli effetti sulla salute generale degli abitanti dell’area sono ancora oggi oggetto di studi.